Gli animali possono anche non parlare, ma hanno i loro modi di comunicare. I cefalopodi, come il polipo e il calamaro, producono luci colorate con cellule di pigmento chiamate cromofori. Questi animali illuminano i loro corpi per comunicare. Tuttavia, il mistero è un altro: come sono visibili questi schemi colorati tra i singoli animali nell’oscurità del mare profondo?
La risposta sta nell’uso di organi di luce bioluminescenti noti come fotofori, che consentono loro di brillare dall’interno, illuminando i cambiamenti dei modelli scuri sulla pelle. “I calamari di Humboldt hanno piccole aggregazioni di tessuto luminescente – piccoli punti sparsi sui loro muscoli“, ha detto Benjamin P. Burford dell’Università di Stanford, parlando alla rivista Smithsonian. “Invece di proiettare la luce all’esterno, questi fotofori irradiano luce nel tessuto del corpo. Fanno brillare l’intero animale”.
I calamari di Humboldt sono creature sociali e vivono in gruppi di centinaia in alto mare. Questi animali possono comunicare efficacemente tra loro visivamente anche a profondità di 180 metri o più. Il team di ricercatori ha osservato gruppi attivi di calamari Humboldt registrati in veicoli a gestione remota (ROV) dal Monterey Bay Aquarium Research Institute sulla costa della California.
Questa specie di calamari può raggiungere fino a un metro e mezzo di lunghezza, il che renderebbe le cacce di gruppo particolarmente caotiche se non fosse per il loro stile di comunicazione bioluminescente unico. Questi calamari si illuminano, infatti, usando organi che producono luce nei loro muscoli, che illuminano i mutevoli schemi di pigmento nella loro pelle. Gli scienziati pensano che il pigmento sia il messaggio e che i calamari usano la bioluminescenza per rendere visibili le loro comunicazioni.
I ricercatori hanno osservato che i grandi cefalopodi erano in grado di coordinare i loro movimenti durante un inseguimento, senza mai urtarsi l’un l’altro o inseguire la stessa preda. Ciò suggerisce che il comportamento era un modo di segnalare e coordinarsi a vicenda durante una caccia. “È un segno di un cambio di direzione nel traffico“, ha spiegato Burford. “Devi segnalare per dire alla gente che cosa hai intenzione di fare“.
Inoltre, i calamari sembrano anche riorganizzare i modelli delle loro visualizzazioni visive mentre comunicano, come se stessero generando frasi diverse, riorganizzando le parole.
Il comportamento è stato osservato anche negli studi con i calamari di Humboldt in acque poco profonde, quando si generano o depongono le uova, il che significa che la specie può usare la luminosità per scopi diversi. Finora, nel calamaro di Humboldt sono stati identificati 28 diversi modelli di pigmentazione. Burford e i suoi colleghi ora vogliono decifrare il codice visivo del calamaro.
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