News

Cambiamenti delle cellule immunitarie: nuova frontiera nella previsione della sclerosi multipla

La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune cronica che colpisce il sistema nervoso centrale (SNC). Caratterizzata da danni alla mielina, la guaina protettiva che riveste le fibre nervose, questa patologia porta a disfunzioni nella trasmissione degli impulsi nervosi, causando una vasta gamma di sintomi neurologici. Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto passi da gigante nella comprensione dei meccanismi alla base della malattia, con un particolare interesse nel ruolo del sistema immunitario. Un nuovo campo di indagine si concentra sui cambiamenti precoci nelle cellule immunitarie, che potrebbero predire l’insorgenza della SM, aprendo la strada a strategie di prevenzione più efficaci.

Gli studi recenti suggeriscono che le alterazioni nelle cellule immunitarie possono verificarsi anche anni prima della manifestazione clinica della malattia. Questo è un progresso importante, poiché nella maggior parte dei casi la diagnosi di SM viene fatta solo dopo che i sintomi sono già evidenti e il danno al sistema nervoso è ormai avanzato. Comprendere come le cellule immunitarie iniziano a deviare dal loro normale comportamento potrebbe fornire gli strumenti per identificare precocemente chi è a rischio e intervenire prima che la malattia progredisca.

 

Sclerosi multipla, scoperti cambiamenti precoci nelle cellule immunitarie

Le cellule T, un tipo di globuli bianchi che svolge un ruolo chiave nella risposta immunitaria, sembrano essere tra i principali attori nella SM. Queste cellule, in circostanze normali, proteggono l’organismo da infezioni e malattie, ma nella SM possono “impazzire” e attaccare erroneamente il SNC. La ricerca ha evidenziato che, molto prima della diagnosi, le persone che svilupperanno la SM mostrano una disfunzione nelle cellule T regolatorie, che normalmente tengono sotto controllo le risposte immunitarie inappropriate. Questa anomalia potrebbe essere un segnale precoce del processo autoimmune che porta alla distruzione della mielina.

Un altro gruppo di cellule coinvolto sono le cellule B, anch’esse fondamentali nella risposta immunitaria. In particolare, è stato osservato un aumento dell’attività delle cellule B patogene nei pazienti che hanno sviluppato la SM. Queste cellule producono anticorpi che attaccano erroneamente i componenti del SNC. Studi su persone ad alto rischio di SM, come i familiari di pazienti, hanno mostrato che anche loro presentano livelli anomali di queste cellule, suggerendo che il loro comportamento alterato potrebbe essere uno dei primi indizi dell’insorgenza della malattia.

Un altro aspetto cruciale è rappresentato dalle citochine, piccole proteine rilasciate dalle cellule immunitarie che modulano l’infiammazione. I pazienti che sviluppano la SM spesso presentano squilibri nelle citochine pro-infiammatorie e anti-infiammatorie, con un aumento delle prime a discapito delle seconde. Questo squilibrio favorisce uno stato infiammatorio cronico nel SNC, che porta alla progressiva distruzione della mielina. Rilevare questi cambiamenti nelle citochine potrebbe costituire un biomarcatore importante per la previsione dell’insorgenza della malattia.

 

Scenari interessanti anche per lo sviluppo di terapie preventive

Un altro indicatore precoce potrebbe essere l’attivazione della microglia, le cellule immunitarie residenti del cervello e del midollo spinale. In uno stato di salute, queste cellule svolgono un ruolo protettivo, ripulendo i detriti cellulari e combattendo le infezioni. Tuttavia, nella SM, la microglia può diventare iperattiva e contribuire al danno del tessuto nervoso. Studi di neuroimaging hanno evidenziato un aumento dell’attività della microglia in persone ad alto rischio di SM, molto prima che si verifichi la perdita di mielina.

La possibilità di predire la SM attraverso cambiamenti immunitari apre scenari interessanti anche per lo sviluppo di terapie preventive. Se si potessero identificare le persone a rischio prima che i sintomi si manifestino, si potrebbe intervenire con trattamenti volti a modulare il sistema immunitario e prevenire il danno al SNC. Attualmente, molte terapie per la SM sono mirate a ridurre l’attività delle cellule immunitarie responsabili dell’infiammazione e del danno mielinico, ma tali interventi avvengono solo dopo l’insorgenza della malattia. Individuare precocemente le persone a rischio potrebbe cambiare radicalmente questo approccio.

In conclusione, i primi cambiamenti nelle cellule immunitarie rappresentano una promettente finestra di opportunità per comprendere meglio la patogenesi della sclerosi multipla e sviluppare strategie di prevenzione. Con la continua evoluzione delle tecnologie di monitoraggio e la crescente comprensione dei meccanismi immunitari, si aprono nuove prospettive per migliorare la diagnosi precoce e il trattamento di questa malattia complessa.

Immagine di freepik

Annalisa Tellini

Musicista affermata e appassionata di scrittura Annalisa nasce a Colleferro. Tuttofare non si tira indietro dalle sfide e si cimenta in qualsiasi cosa. Corista, wedding planner, scrittrice e disegnatrice sono solo alcune delle attività. Dopo un inizio su una rivista online di gossip Annalisa diventa anche giornalista e intraprende la carriera affidandosi alla testata FocusTech per cui attualmente scrive

Recent Posts

Recensione Philips 34B2U6603CH – monitor curvo con webcam pop-up, perfetto per il lavoro

Philips 34B2U6603CH non è il classico monitor pensato per scopi lavorativi, ma che nessuno vi vieta di utilizzarlo anche per intense sessioni di gaming,…

19 Novembre 2024

WhatsApp introduce le reazioni festive animate

WhatsApp si prepara all'arrivo del nuovo anno portando in campo una funzione che si rivelerà molto utile nel periodo delle…

19 Novembre 2024

I satelliti: un nuovo alleato per la medicina e la salute pubblica

Mentre l'espansione urbana riduce gli spazi verdi, emergono nuove soluzioni per salvaguardare la salute pubblica, grazie all'uso innovativo dei satelliti.…

19 Novembre 2024

Alzheimer: il ruolo delle proteine ​​chiave nell’analisi del liquido cerebrospinale

L'Alzheimer, una delle principali cause di demenza, è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce milioni di persone in tutto il…

19 Novembre 2024

NMDA e la stabilizzazione dell’attività cerebrale: un pilastro della neurotrasmissione

Il recettore NMDA è un canale ionico attivato dal glutammato e dalla glicina o D-serina, che funzionano come co-agonisti. Per…

18 Novembre 2024

Colesterolo fluttuante e rischio di demenza: un collegamento emergente

Tradizionalmente, il colesterolo è stato considerato un parametro statico, valutato in un momento specifico per determinare il rischio cardiovascolare. Tuttavia,…

18 Novembre 2024