Uno studio recente, condotto da un team di ricercatori britannici, ha osservato che in alcune parti del Pianeta, il numero di insetti è crollato della metà ed i ricercatori ritengono che ciò sia da imputarsi al cambiamento climatico e all’agricoltura intensiva.
Per il team di ricerca infatti dovremmo prestare attenzione alle minacce che poniamo agli insetti, prima che alcune specie vadano perse del tutto, con conseguenze che potrebbero risultare pericolose per l’intero pianeta Terra. Dovremmo dunque cercare di proteggere determinati habitat e preservare la prosperità e la salute degli insetti, soprattutto per alcune specie già in pericolo.
Come spiega infatti il dottor Charlie Outhwaite dell’University College of London (UCL), a capo di questa ricerca, la perdita di popolazioni di insetti potrebbe essere dannosa non solo per l’ambiente naturale, ma anche per “la salute umana e la sicurezza alimentare, in particolare con la perdita di impollinatori. I nostri risultati evidenziano l’urgenza di azioni per preservare gli habitat naturali, rallentare l’espansione dell’agricoltura ad alta intensità e ridurre le emissioni per mitigare il cambiamento climatico”.
Il calo delle popolazioni di insetti è stato osservato in tutto il mondo, ma i dati scientifici mostrano un quadro misto, con alcuni tipi di insetti che hanno subito un drastico calo, mentre altre specie sono rimaste stabili.
In questo nuovo studio, i ricercatori hanno raccolto dati su quasi 20.000 specie di insetti, tra cui api, formiche, farfalle, cavallette e libellule, in circa 6.000 luoghi diversi. I loro risultati hanno mostrato che nelle aree con agricoltura ad alta intensità e riscaldamento sostanziale, il numero di insetti è crollato del 49% e la biodiversità, intesa come numero di specie, è scesa del 27%, rispetto a luoghi relativamente incontaminati che finora hanno evitato gli impatti più gravi dei cambiamenti climatici.
Il fatto che esistano luoghi incontaminati dove gli insetti possono avere una sorta di oasi felice, ha spinto i ricercatori a pensare che forse si è ancora in tempo per continuare a proteggere sempre più aree naturali che possano essere un rifugio per gli insetti.
Come spiega infatti il dott. Tim Newbold dell’UCL, “un’attenta gestione delle aree agricole, come la conservazione degli habitat naturali vicino ai terreni agricoli, può aiutare a garantire la prosperità di alcuni insetti vitali”.
Secondo il team di ricerca dunque, per far fronte a questa apocalisse mondiale degli insetti, dovremmo evitare evitare l’agricoltura intensiva, aumentare la varietà delle colture e cercare di conservare l’habitat naturale vicino ai terreni agricoli, creando attorno ai campi siepi, macchie e piccoli boschetti.
Come afferma infatti uno dei membri del team di ricerca, Peter McCann, “dobbiamo riconoscere quanto siano importanti gli insetti per l’ambiente nel suo insieme e per la salute e il benessere degli esseri umani“.
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