Nel corso dei millenni, la forza e la direzione del campo magnetico terrestre hanno subito profonde ed importanti modifiche e per i ricercatori comprendere cosa è avvenuto in passato al campo magnetico della Terra, può essere fondamentale per prevedere cosa potrebbe accadere in futuro allo scudo magnetico ci protegge dalle dannose radiazioni cosmiche e solari.
Purtroppo i nostri antichi antenati ignoravano l’esistenza del campo magnetico terrestre e di certo non avevano la tecnologia per misurarlo. Gli strumenti in grado di misurarlo direttamente esistono infatti solo da circa 200 anni. I ricercatori devono quindi trovare dei metodi alternativi per indagare sulle caratteristiche del campo magnetico terrestre nell’antichità.
Tra i vari metodi vi è anche lo studio delle caratteristiche degli oggetti e dei manufatti realizzati in epoche antiche come, nel caso di questo studio, dei manufatti recuperati da un sito in Giordania, datati a circa 8.000-10.000 anni fa, risalenti quindi al neolitico.
Si tratta di oggetti speciali, come la ceramica e le selci bruciate utilizzate per realizzare altri strumenti. La loro particolarità risiede proprio nel fatto che per la loro creazione furono sottoposti a temperature estremamente elevate.
Proprio grazie al processo di riscaldamento e il successivo raffreddamento, alcuni minerali e cristalli all’interno dei manufatti hanno immortalato una sorta di immagine “congelata” di come fosse il campo magnetico terrestre in quel momento, un fenomeno noto come magnetizzazione residua.
Erez Ben-Yosef, archeologo dell’Università di Tel Aviv in Israele, ha affermato che “questa è la prima volta che le selci bruciate provenienti da siti preistorici vengono utilizzate per ricostruire il campo magnetico del periodo storico di riferimento. Lavorare con questo materiale estende le possibilità di ricerca decine di migliaia di anni fa, poiché gli esseri umani hanno utilizzato strumenti di selce per un periodo di tempo molto lungo prima dell’invenzione della ceramica”.
I ricercatori hanno esaminato 129 elementi diversi in totale, scoprendo che c’è stato un calo della forza del campo magnetico durante il periodo in cui i manufatti erano in uso, seguito da un graduale recupero avvenuto nel corso di poche centinaia di anni, un periodo quindi breve nella scala temporale della vita del nostro Pianeta.
I ricercatori dunque possono tirare un sospiro di sollievo. Anche ora il nostro campo magnetico si sta gradualmente indebolendo, ma sembra che non dobbiamo necessariamente preoccuparci. Sapere che questo è già successo in passato e che non è detto che la nostra bolla protettiva svanirà nei prossimi secoli, è incoraggiante.
Come afferma infatti la geofisica Lisa Tauxe, dello Scripps Institution of Oceanography, “i risultati del nostro studio possono essere rassicuranti: questo è già successo in passato. Circa 7.600 anni fa, la forza del campo magnetico era persino inferiore a quella di oggi, ma nel giro di circa 600 anni ha guadagnato forza e di nuovo è salita a livelli elevati”.
Ma è anche vero che la conoscenza del campo magnetico terrestre ha ancora molte lacune. Sono infatti ancora molte le cose che non conosciamo riguardo alla sua origine e a come esso possa essere collegato ai processi nell’atmosfera e al cambiamento climatico della Terra, e come si influenzano a vicenda.
Come spiega infatti lo stesso Ben-Yosef “l’essenza e le origini del campo magnetico sono rimaste in gran parte irrisolte. Nella nostra ricerca, abbiamo cercato di aprire uno spioncino su questo grande enigma”.
Foto di Peter Holmes da Pixabay
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