Foto di Roman Grac da Pixabay
Un nuovo studio ha suggerito che le formiche possono essere addestrate a riconoscere il cancro dalle urine. Sebbene questa capacità dei questi animali non viene utilizzata sugli esseri umani, i risultati sono davvero promettenti ed incoraggianti. Ovviamente poiché le formiche non hanno un naso, usano i recettori olfattivi sulle loro antenne per trovare cibo o captare possibili nemici.
Per lo studio gli scienziati hanno addestrato quasi tre dozzine di formiche setose a utilizzare questi recettori olfattivi acuti per un compito diverso: trovare tumori. Nel laboratorio i ricercatori hanno insegnato agli insetti ad associare l’urina dei roditori portatori di cancro allo zucchero. Una volta posizionate in una capsula, le formiche si posizioneranno il 20% in più del tempo vicino ai campioni di urina contaminata dal tumore rispetto a quella sana.
Poiché le cellule tumorali contengono composti organici volatili che i ricercatori possono utilizzare come biomarcatori del cancro, animali come i cani e ora le formiche possono essere rapidamente addestrati a rilevare queste anomalie attraverso il loro senso dell’olfatto. Tuttavia i ricercatori pensano che le formiche abbiano un vantaggio rispetto ai cani o ad altri animali che impiegano più tempo per addestrarli. Ciò è davvero importante, lo sappiamo, in quanto prima si rileva il cancro e prima si può passare al trattamento. I ricercatori sperano che le formiche siano utili per quanto riguarda la prevenzione e che diventino dei biorilevatori di cancro economici ed efficaci.
Ciò è possibile grazie al metabolismo alterato delle cellule tumorali individuabili dalla sviluppata sensibilità olfattiva di alcuni animali; le formiche pur avendo un olfatto altrettanto sviluppato, possono essere addestrate rapidamente e a costo zero. Ovviamente i risultati sono molto promettenti anche se al momento non verrà utilizzato per l’uso quotidiano sugli esseri umani. Questa scoperta apre nuove strade alla messa a punto di test per la diagnosi precoce dei tumori, che facendo leva su una metodologia di tale impronta, potrebbero essere celeri, poco invasivi e poco costosi.
Foto di Roman Grac da Pixabay
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