Foto di Drew Taylor su Unsplash
I disturbi del sonno sono una condizione abbastanza comune che possono colpire chiunque in diverso modo. Dormire è un aspetto fondamentale del nostro organismo, un reset che se ignorato, alla lunga, può portare a pesanti danni di salute con l’insorgenza anche di malattie neurodegenerative. Trovare modi più efficaci per contrastare questi disturbi quindi è sempre più importante. Un nuovo studio ha individuato nella cannabis un possibile aiuto in tal senso.
La ricerca dell’Università di Sydeny ha visto come la cannabis è in grado di indurre il sonno nei ratti. Nello specifico si parla sempre del principio attivo del cannabinolo che ha avuto lo stesso effetto di sonniferi già utilizzati durante le fasi NREM e REM del sonno di questi animali. Si parla di due fasi alla base del ciclo rigenerativo del sonno.
Andando ancora più a fondo. hanno scoperto che un metabolita preciso del cannabinolo, l’11-idrossi-CBN, o CB1, ha un effetto più potente sui recettori. Sfruttando quindi quest’ultimo, sarebbe possibile creare nuovi trattamenti per migliorare la qualità del sonno delle persone.
Le parole dei ricercatori: “Per decenni, il folklore della cannabis ha suggerito che la cannabis invecchiata rende i consumatori assonnati tramite l’accumulo di CBN. Il nostro studio fornisce la prima prova oggettiva che il CBN aumenta il sonno, almeno nei ratti, modificando l’architettura del sonno in modo benefico. È stata una sorpresa scoprire che il metabolismo del CBN nel corpo può produrre un effetto molto maggiore sui recettori dei cannabinoidi CB1 rispetto alla molecola madre CBN, che ha un’attività molto più limitata.”
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