Fare uso di cannabis aumenta significativamente il rischio di gravi malattie mentali, stando a quanto ha rivelato un recente studio. È stato dimostrato che assumere qualsiasi tipologia del farmaco su base giornaliera triplica le possibilità di sviluppare psicosi. In particolare, l’uso di cannabis ad alta concentrazione nota come “skunk“, che contiene alti livelli del composto THC, causa un’aumento del rischio di quasi cinque volte.
Si stima che uno su tre dei più recenti casi di gravi disturbi mentali a Londra sia collegato all’uso di skunk. Gli scienziati infatti hanno monitorato il consumo di cannabis di 901 pazienti che avevano avuto un episodio psicotico e 1.237 individui sani. Di questi pazienti il 40% ammetteva di aver fatto uso di cannabis ad alta potenza.
La dottoressa Marta Di Forti, autrice dello studio presso il King’s College di Londra, ha dichiarato: “I nostri risultati sono coerenti con studi precedenti, che dimostrano come l’uso di cannabis con un’alta concentrazione di THC abbia effetti più dannosi sulla salute mentale rispetto all’uso di varietà più ‘deboli‘. La legislazione riguardo l’uso della cannabis, tenendo comunque conto delle proprietà medicinali di alcuni tipi di cannabis, è fondamentale per la salute pubblica”.
Il dottor Adrian James, del Royal College of Psychiatrists, dichiara in proposito: “Questo è uno studio estremamente importante e i risultati devono essere presi molto sul serio. La cannabis comporta gravi rischi per la salute e che ne fa uso ha una maggiore possibilità di sviluppare psicosi“.
Interessante è in proposito la storia di una madre che ha raccontato come l’uso di questo tipo di cannabis “superpotente” abbia rovinato la vita di suo figlio: Josie Laurent, 65 anni, testimonia che suo figlio Henri, 25 anni, aveva creato una ragazza immaginaria, sentito voci e litigato violentemente con suo padre e suo fratello a causa della sua dipendenza da queste sostanze.
La signora Laurent riporta che il ragazzo ha iniziato a fumare skunk a 15 anni, chiudendosi nella sua stanza per quasi 20 ore al giorno. “Smise di mangiare, diventò così magro che rischiava di morire di fame, smise di lavarsi e di uscire. Voleva gestire un’agenzia pubblicitaria, quello era il suo sogno“, continua, “ma ora non è rimasto niente delle sue aspirazioni“.
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