Gli umani potrebbero essere sopravvissuti alla devastante eruzione di un supervulcano 74.000 anni fa, secondo un nuovo studio. La scoperta potrebbe avere importanti implicazioni con riguardo alla nostra comprensione della storia umana. I ricercatori hanno studiato strumenti in pietra e altri manufatti rinvenuti nella località di Dhaba, sul Son River, nell’India settentrionale, risalenti a circa 80.000 anni fa, periodo in cui si verificò la super-eruzione di Toba.
L’eruzione di Toba è ancora oggi al centro di un acceso dibattito. I sedimenti indicano la presenza di tufo vulcanico, una roccia formata da cenere vulcanica depositata, come il risultato di un’eruzione 100 volte più forte di qualsiasi altra mai registrata, che si verificò dove ora sorge il lago Toba, in Indonesia. Alcuni archeologi teorizzano che un simile evento possa aver portato la popolazione umana globale sull’orlo dell’estinzione, uccidendo milioni di persone con il conseguente inverno vulcanico, ritardando in questo modo la diffusione dei primi umani nel sud-est asiatico.
Esistono infatti pochi fossili umani nel sud e nel sud-est asiatico perchè si possa confermare o escludere la teoria della catastrofe di Toba, per cui i ricercatori si sono concentrati su altri elementi, come appunto gli strumenti di pietra rinvenuti in India. Questi reperti potrebbero infatti fornire le prove necessarie per avvalorare o smentire definitivamente la teoria. I ricercatori hanno scoperto strumenti in calcare e pietra, con i quali gli archeologi ritengono che i primi esseri umani abbiano iniziato a lavorare coltelli, raschietti e altri strumenti. Gli strumenti risalgono a circa 80.000 anni fa e sembrano essere stati modellati sfruttando tecniche più avanzate di quelle conosciute a quel tempo.
Secondo i ricercatori, questa è la prova che l’evento di Toba non ha fermato il progresso dell’essere umano, che durante un evento di migrazione, ha lasciato l’Africa e ha viaggiato verso est, lungo la costa meridionale dell’Asia fino a raggiungere l’odierna Indonesia. “Le nostre scoperte contribuiscono ad una nuova comprensione dell’impatto globale della supereruzione di Toba. Mentre quest’ultima è certamente stata un evento catastrofico su scala globale, il conseguente raffreddamento della Terra potrebbe essere stato meno significativo di quanto si pensasse in precedenza“, si legge in un documento redatto dal professor Chris Clarkson dell’Università del Queensland e dal professor Michael Petraglia, del Max Planck Institute.
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