Un gruppo di scienziati dell’Università di Durham, in Inghilterra, ha dimostrato che un miliardo di anni fa un pianeta sconosciuto e due volte più grande della Terra entrò in collisione con Urano. Questa collisione spaziale potrebbe spiegare perché l’asse del settimo pianeta nel Sistema Solare era “obliquo”, a differenza di tutti gli altri pianeti.
In questo senso, questo corpo celeste che si è scontrato con Urano potrebbe essere il nono pianeta che gli astronomi hanno cercato, come riporta il sito Phys.org.
L’ipotesi sulla collisione di Urano con un grande pianeta planetario – un corpo roccioso o ghiacciato formatosi nel sistema solare primitivo – fu proposta alcuni decenni fa, ma non tutta la comunità scientifica accettò questa teoria. Venne presentata una versione diversa, secondo la quale l’asse di rotazione di Urano era “sbilanciato” da un grande satellite che in seguito scomparve.
I risultati delle simulazioni effettuate dal team di scienziati hanno dimostrato che la collisione e il “rimodellamento” di Urano – che potrebbe aver coinvolto alcune o tutte le rocce che hanno colpito il pianeta – sono avvenute in un breve lasso di tempo, in poche ore. Tuttavia, gli astronomi considerano meno probabile una collisione con diversi corpi celesti più piccoli.
Secondo gli scienziati, il pianeta che ha colpito Urano potrebbe ancora librarsi nel Sistema Solare e sarebbe molto oltre l’orbita di Plutone, troppo lontano per noi da osservare. Questa ipotesi spiegherebbe alcune delle orbite del pianeta, andando ancora contro la teoria che c’è un pianeta assente, il Pianeta X , che orbita attorno al Sole.
La catastrofe planetaria è avvenuta circa 3-4 miliardi di anni fa, probabilmente anche prima della formazione dei satelliti di Urano. A quel tempo, il gigante di ghiaccio era un protopianeta con un disco di gas e polvere, da cui in seguito apparvero le sue lune. L’inclinazione dell’asse di Urano ha influenzato l’inclinazione delle orbite di rotazione dei satelliti e l’orientamento dei propri assi.
La collisione ha anche portato alla formazione di uno strato esterno che trattiene il calore all’interno del pianeta (la temperatura della tropopausa gassosa è meno 216 gradi Celsius).
I giganti del ghiaccio sono una classe di pianeti composti da ammoniaca, metano e idrogeno solforato sotto forma di liquidi supercritici. Nel Sistema Solare, questi pianeti giganti sono rappresentati da Urano e Nettuno. I composti di idrogeno ed elio corrispondono al 20% della massa, che li distingue dai giganti gassosi come Giove e Saturno (in questi la proporzione di idrogeno ed elio rappresenta l’80%).
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