La monogamia è un comportamento raro tra i roditori, ma il topo Oldfield (Peromyscus polionotus) rappresenta un’eccezione, accoppiandosi con un solo partner per tutta la vita. La risposta a questo comportamento peculiare potrebbe risiedere in una particolare cellula che produce ormoni scoperta di recente. Un nuovo studio condotto dagli scienziati dello Zuckerman Institute della Columbia University ha fatto luce su questa affascinante questione, esaminando le differenze tra due specie di topi: il topo cervo (Peromyscus maniculatus) e il topo Oldfield.
Secondo le precedenti indagini, il topo cervo tende ad accoppiarsi con diversi partner, mentre il topo Oldfield è monogamo. Nonostante questa differenza comportamentale, le due specie sono evolutivamente sorelle, con somiglianze significative a livello anatomico e genetico.
In questo studio, pubblicato su Nature, gli scienziati hanno concentrato l’attenzione sulle ghiandole surrenali dei due roditori. Queste ghiandole, situate nell’addome, producono ormoni cruciali per vari comportamenti, inclusi quelli legati allo stress e alla sessualità. Le analisi hanno rivelato che le ghiandole surrenali dei topi monogami sono sorprendentemente più grandi, circa sei volte più pesanti di quelle dei topi non monogami.
Ulteriori ricerche genetiche hanno evidenziato che il gene Akr1c18 è molto più attivo nei topi monogami. Questo gene codifica un enzima che produce un ormone chiamato 20⍺-OHP, presente anche negli esseri umani e in altri mammiferi. L’aumento di questo ormone ha mostrato di potenziare il comportamento di accudimento sia nei topi Oldfield che nei topi cervo, suggerendo un legame diretto con la monogamia.
Un aspetto particolarmente interessante emerso dallo studio riguarda la struttura delle ghiandole surrenali. Normalmente, queste ghiandole sono divise in tre zone, ma nei topi monogami è presente una quarta zona. Le cellule di questa zona aggiuntiva mostrano un’attività molto elevata di 194 geni, inclusi quelli responsabili della produzione di 20⍺-OHP.
Gli scienziati stimano che questa nuova struttura cellulare si sia evoluta negli ultimi 20.000 anni. La rapida evoluzione di queste cellule surrenali potrebbe essere collegata a mutazioni genetiche accumulate nel tempo, suggerendo un adattamento recente.
La monogamia potrebbe offrire vantaggi evolutivi, come una maggiore collaborazione tra i genitori nella cura della prole, aumentando le possibilità di sopravvivenza dei piccoli. Questo studio fornisce nuove prospettive sull’evoluzione del comportamento monogamo, indicando che le cellule surrenali recentemente scoperte giocano un ruolo cruciale nel promuovere comportamenti genitoriali tipici della monogamia.
La scoperta delle cellule surrenali e il loro ruolo nella monogamia dei topi Oldfield rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei meccanismi biologici alla base del comportamento animale. Questi risultati non solo arricchiscono la nostra conoscenza sull’evoluzione dei comportamenti sociali, ma potrebbero anche avere implicazioni per lo studio delle interazioni sociali e della genitorialità in altri mammiferi, inclusi gli esseri umani.
Foto di Ricky Kharawala su Unsplash
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