In un nuovo studio i ricercatori hanno scoperto due tipi di cellule del nostro cervello che sono in grado di dividere l’esperienza umana continua in segmenti distinti: i ricordi. Questa scoperta fornisce ulteriori promesse su possibili trattamenti per i disturbi di demenza e per il morbo d’Alzheimer. Nell’ambito della ricerca su come si comporta la memoria, i ricercatori hanno esaminato come le cellule cerebrali reagiscono quando si formano i ricordi.
Sappiamo che ancora non è possibile dare cure e soluzioni efficaci a chi ha disturbi di memoria, in quanto non sappiamo ancora bene come funziona il nostro sistema di memoria. È importante evidenziare che la memoria è indispensabile per noi come esseri umani. L’esperienza umana è continua, ma secondo alcuni psicologi, sulla base del comportamento di alcune persone, i ricordi nel cervello sono eventi distinti, noto anche come segmentazione degli eventi.
Il team di ricercatori hanno analizzato 19 pazienti affetti da epilessia, resistente ai farmaci, hanno scoperto come si comportano i neuroni durante questo processo. Ai pazienti hanno introdotto degli elettrodi nel cervello per analizzare le loro crisi epilettiche, consentendo ai ricercatori di registrare l’attività dei singoli neuroni mentre guardavano i confini cognitivi. Sebbene quest’ultimi nella vita quotidiana siano sfumati, al fine della ricerca i ricercatori si sono concentrati sui confini”morbidi” e “duri”.
Un esempio di confine morbido potrebbe essere una scena con due persone che camminano lungo un corridoio e parlano, e nella scena successiva una terza persona si unisce a loro, ma fa ancora parte della stessa narrativa generale. Mentre per confine duro, la seconda scena potrebbe coinvolgere un gruppo completamente diverso di persone che guidano un’auto. La differenza tra i due sta nella dimensione della narrativa in corso; È una storia completamente diversa, o con una scena diversa, ma che fa parte della stessa storia? Quando i partecipanti hanno guardato i filmati, il team ha notato che alcuni neuroni hanno aumentato la loro attività dopo i confini descritti sopra. Altri neuroni invece, definiti come cellule dell’evento, hanno accentuato la loro attività solo in risposta di limiti rigidi e non morbidi.
Tutto ciò ha portato a ipotizzare che i picchi nell’attività delle cellule di confine e degli eventi, che sono più alti dopo i limiti rigidi, quando entrambi i tipi di cellule si attivano, mandano il cervello nello stato corretto per avviare una nuova memoria. È come creare una nuova cartella sul nostro computer dove immagazziniamo i nostri file e quando si presenta un nuovo limite chiudiamo questa cartella e ne creiamo un’altra. Quando proviamo a ricordare le cellule cerebrali si attivano. Il sistema di memoria confronta quindi questo schema di attività con tutti i picchi di attivazione precedenti che si sono verificati poco dopo i limiti. Se ne trova uno simile, apre quella cartella. Torniamo indietro per alcuni secondi a quel punto nel tempo e le cose che sono accadute poi tornano a fuoco.
Per testare questa teoria i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a due test di memoria. Come prima cosa hanno mostrato alcune immagini e hanno chiesto loro se quest’ultime siano state viste durante i filmati. Le persone avevano maggiori probabilità di ricordare vicino ad un confine rigido o morbido, quando verrà creata una nuova cartella di memoria. Gli investigatori hanno anche mostrato ai partecipanti coppie di immagini tratte da filmati che avevano visto e hanno chiesto quale delle immagini fosse apparsa per prima.
I partecipanti hanno avuto difficoltà a ricordare l’ordine corretto delle immagini che apparivano sui lati opposti di un confine rigido. Le terapie che migliorano la segmentazione degli eventi potrebbero aiutare i pazienti con i disturbi della memoria. Anche un piccolo cambiamento nell’atmosfera può amplificare i confini degli eventi.
il team ha anche notato che quando le cellule evento si attivavano a tempo con uno dei ritmi interni del cervello, il ritmo theta, un modello ripetitivo di attività legato all’apprendimento, alla memoria e alla navigazione. I soggetti erano in grado di ricordare meglio l’ordine di immagini che avevano visto. Questa è una nuova importante intuizione perché mostra che la stimolazione cerebrale profonda che regola i ritmi theta; ciò potrebbe rivelarsi terapeutica per i disturbi della memoria.
Foto di Andrea Piacquadio da Pexels
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