Il rover Chandrayaan-3 è atterrato con successo sulla Luna, portando anche l’India sulla superficie lunare, che è ora la quarta nazione a compiere una simile impresa. La missione potrebbe consolidare lo status dell’India come superpotenza globale nello spazio. Sino ad ora solo gli Stati Uniti, la Cina e l’ex Unione Sovietica avevano completato con successo degli atterraggi sulla superficie lunare.
Il sito di atterraggio di Chandrayaan-3 è anche quello più vicino al polo sud della Luna rispetto a qualsiasi altro veicolo spaziale che si sia mai poggiato sulla superficie del nostro satellite naturale. La regione del polo sud della Luna è considerata un’area di fondamentale interesse scientifico e strategico per le nazioni che esplorano lo spazio, poiché gli scienziati ritengono che la regione ospiti depositi di ghiaccio d’acqua.
L’acqua, congelata in crateri oscuri, renderebbe infatti la Luna una sorta di oasi nel deserto dello spazio, per le future esplorazioni con equipaggio o per la creazione di una base stabile sulla Luna. Potrebbe infatti essere convertita in carburante per missili o addirittura in acqua potabile.
Il tentativo dell’India di far atterrare la sua navicella spaziale vicino al polo sud lunare arriva pochi giorni dopo il tentativo fallito della navicella spaziale russa Luna 25, che si è schiantata sul suolo lunare il 19 agosto, dopo che i suoi motori hanno avuto un guasto, ponendo fine al primo tentativo di atterraggio lunare del paese in 47 anni.
La navicella spaziale lunare indiana è composto da tre parti: un lander, un rover e un modulo di propulsione, che ha fornito alla navicella tutta la spinta necessaria per attraversare il vuoto di 384.400 chilometri tra la Luna e la Terra.
Il lander, chiamato Vikram, ha completato le manovre di precisione necessarie per effettuare un atterraggio morbido sulla superficie lunare dopo essere stato espulso dal modulo di propulsione. Nascosto all’interno c’è Pragyan, un piccolo rover a sei ruote che uscirà dal lander tramite una rampa.
Vikram ha utilizzato i suoi propulsori di bordo per orientarsi attentamente mentre si avvicinava alla superficie lunare, e ha lentamente abbassato i motori per il touchdown avvenuto alle 14:30 del 23 agosto.
L’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale, o ISRO, ha successivamente confermato di aver stabilito una comunicazione bidirezionale con la navicella spaziale e ha condiviso le prime immagini della superficie catturate durante la discesa finale del lander.
Il lander, che pesa circa 1.700 chilogrammi, e il rover da 26 chilogrammi sono dotati di numerosi strumenti scientifici, pronti a catturare dati per aiutare i ricercatori ad analizzare la superficie lunare e fornire nuove informazioni sulla sua composizione.
Si prevede che il lander e il rover funzioneranno per circa due settimane sulla superficie lunare. Il modulo di propulsione invece rimarrà in orbita, fungendo da punto di ritrasmissione per trasmettere i dati sulla Terra.
L’India entra dunque di diritto nella nuova generazione di potenze spaziali emergenti, grazie anche calla sua collaborazioni con validi alleati come Stati Uniti e Francia. Il programma spaziale del paese è diventato uno dei più impegnati al mondo nello sviluppo della tecnologia spaziale esplorativa.
Con il successo di Chandrayaan-3, l’India è diventata infatti il secondo paese a far atterrare un veicolo spaziale sulla Luna nel 21° secolo, dopo la Cina, che ha messo tre lander sulla superficie lunare dal 2013, incluso il primo ad atterrare sul lato nascosto della Luna.
Più di una dozzina di paesi hanno in programma missioni sulla Luna nei prossimi anni, inclusa una missione lanciata dalla Japan Aerospace Exploration Agency, che dovrebbe iniziare alla fine di questo mese.
Gli Stati Uniti invece, hanno in programma di inviare tre lander lunari commerciali sulla Luna e la NASA continua a portare avanti la missione Artemis, che potrebbe riportare gli astronauti sulla Luna già nel 2025.
Foto di WikiImages da Pixabay
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