Con il temine Intelligenza Artificiale si fa riferimento, in modo generico, alle capacità delle macchine tecnologicamente avanzate di analizzare grandi quantità di dati attraverso algoritmi sempre più sofisticati al fine di effettuare previsioni, compiere ragionamenti logici, apprendere nuove capacità e conoscenze, adattare il proprio funzionamento al contesto, creare qualcosa di nuovo, apportare modifiche e via dicendo.
Nata negli anni Cinquanta del Novecento grazie al lavoro di Alan Turing, al quale si deve il cosiddetto test di Turing, l’Intelligenza Artificiale è stata con il tempo resa sempre più perfetta, performante e affidabile, anche grazie alla realizzazione di computer sempre più potenti, software sofisticati e nuovi algoritmi.
Oggi gli ambiti interessati da questa tecnologia sono innumerevoli e riguardano attività legate alla vita quotidiana, come le ricerche e lo shopping online, ma anche settori specifici, come quello medico e quello industriale. Tra i tanti impieghi, troviamo anche quello che consente di creare testi, immagini, video e audio a partire da zero o da materiale preesistente.
Grazie alla diffusione di piattaforme sempre più performanti, oggi chiunque può creare filmati o immagini, oppure scrivere testi, utilizzando l’IA.
Questo particolare utilizzo trova applicazione ad esempio:
L’utilizzo della IA per realizzare o modificare immagini, video, testi e audio trova però anche impieghi meno etici, come quelli volti a diffondere fake news.
Come si scopre leggendo questo interessante articolo di ExpressVPN, il termine deepfake indica quei video e quelle immagini realizzate attraverso la tecnologia basata sulle reti neurali artificiali, che mostrano personaggi noti o persone comuni compiere atti o dire cose che non hanno mai fatto o detto.
Caratteristica numero uno di questi prodotti, spesso condivisi sui social o attraverso altri canali online, è l’estremo realismo, il quale li rende, per un occhio poco allenato, praticamente indistinguibili dai filmati e dalle fotografie reali. Il pericolo più grande derivante dalla diffusione di questo materiale riguarda il fatto che, in alcuni casi, può innescare il cosiddetto Effetto Mandela, alterando i ricordi di chi li osserva e favorendo la diffusione di notizie false.
Tra i tanti usi impropri dei deepfake rientrano quelli relativi a:
Oltre a questo, fotografie e video alterati possono rovinare la reputazione di uomini politici, vip o gente comune.
Non solo i video e le immagini, ma anche i testi generati attraverso strumenti di Intelligenza Artificiale possono favorire la diffusione di informazioni false.
In questo caso, oltre alla volontà del soggetto che li diffonde, entra in gioco un secondo elemento: l’incapacità delle piattaforme attualmente disponibili di valutare in modo accurato i contesti entro i quali le informazioni sono inserite e di rielaborarle in modo corretto.
Molto spesso, l’Intelligenza Artificiale tiene conto del significato dei termini a livello di vocabolario e non prende in considerazione l’aspetto enciclopedico. Questo porta alla creazione di testi contenenti gravi errori a livello di contenuto e informazione, i quali, condivisi e replicati, portano alla nascita di false opinioni, errate credenze e notizie false.
Riconoscere immagini, video, audio e testi realizzati tramite l’intelligenza artificiale diventa ogni giorno più difficile, a causa dei miglioramenti progressivi delle tecnologie e della loro capacità di apprendimento.
Tra gli elementi da valutare rientrano il contesto di condivisione e l’identità dei soggetti che condividono i contenuti. Se questi non possono essere ritenuti affidabili, è necessario effettuare ulteriori ricerche, al fine di individuare la fonte originale delle notizie o trovare ulteriori foto o video dell’evento.
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