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La Cina punta a ridurre ulteriormente l’inquinamento interno

La Cina è il paese che inquina di più al mondo e i motivi sono molti. Uno riguarda la quasi assenza di regole negli scorsi decenni, un altro è legato al fatto che il resto del molto si affida a industrie cinesi per produrre quindi di fatto facendo inquinare al posto loro e l’altro fa ovviamente riferimento al fatto che è il paese più popoloso del mondo.

Detto questo, negli ultimi anni il governo centrale ha spinto su una moltitudine di progetti mirati a ridurre l’inquinamento interno. Attualmente l’inquinamento pro capite è molto al di sotto di altri paesi, soprattutto degli Stati Uniti. Un nuovo sistema che inizialmente doveva essere introdotto del 2017 mira a migliore ancora di più la situazione.

Si tratta di un sistema dei scambio di carbonio tra aziende. Questo sistema prevede un limite in cui le compagnie posso lasciare una cosiddetta impronta di carbonio. Nel momento in cui una compagnia non raggiunge tale limite può vendere il restante a quelle che invece lo sforano. Il sistema è simile allo scambio di quote di emissioni dell’Unione Europea, ma sarà più incisivo visto il peso dell’industria cinese.

 

La Cina e il nuovo sistema di cambio di carbonio

Le parole di Lauri Myllyvirta, analista capo del Center for Research on Energy and Clean Air: “La Cina sta perseguendo un ambizioso sviluppo di energia a zero emissioni di carbonio e ha fissato un obiettivo a lungo termine per essere neutrale rispetto alle emissioni di carbonio (ma) il mercato del carbonio nella sua forma attuale non giocherà un ruolo molto importante nel realizzare queste ambizioni. Potrebbe diventare uno strumento importante in futuro, e molto velocemente, se il governo decidesse di puntarci.”

Purtroppo la Cina a livello di inquinamento sta peggiorando dal punto di vista dell’uso di carbone tanto che le emissioni stanno tornando ai record di quasi dieci anni fa. La colpa è principalmente delle compagnie elettriche e questo sistema di scambio mira a far cambiare direzione alle suddette.

Ph. credit: NYTimes

Giacomo Ampollini

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