Gli scienziati del clima hanno rilevato i primi segnali di allarme che la Corrente del Golfo è in uno stato di collasso, sostenendo che potrebbe aver già perso stabilità nel secolo scorso, il che potrebbe portare a gravi conseguenze per il clima.
L’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC) è una delle principali correnti oceaniche dell’Oceano Atlantico, a cui appartiene la Corrente del Golfo, e nella parte superiore dell’oceano trasporta masse di acqua calda dai tropici verso nord, mentre l’acqua fredda viene trasportata a sud, sul fondo dell’oceano. Influenza i sistemi meteorologici di tutto il mondo, rendendo le conseguenze di un potenziale collasso ancora più pericolose.
L’AMOC è attualmente al suo stato più debole in oltre 1.000 anni, il che significa che le correnti sono rallentate e nuove prove hanno indicato che potrebbe già essere vicino alla sua estinzione completa. Tale evento è considerato uno dei punti di svolta del cambiamento climatico, che sono definiti come grandi, rapidi e irreversibili cambiamenti del clima.
In caso di crollo dell’AMOC, le precipitazioni sarebbero sempre più scarse in India, Sud America e Africa occidentale, causando una massiccia carenza di cibo. Tempeste crescenti e temperature più fredde si avvertirebbero in tutta Europa e il livello del mare si alzerebbe al largo della costa orientale del Nord America. La foresta pluviale amazzonica e le calotte glaciali antartiche sarebbero ulteriormente in pericolo.
Tuttavia, a causa della natura complessa dell’AMOC e dell’incertezza del futuro riscaldamento globale causato dai punti di non ritorno, non c’è modo di sapere quanto il sistema sia vicino al collasso totale. Gli scienziati affermano che potrebbe aver luogo entro il prossimo decennio, ma potrebbero passare ancora diversi secoli prima che si verifichi e non c’è modo di stimare con precisione il periodo di tempo.
“La probabilità che questo evento di impatto estremamente elevato accada aumenta con ogni grammo di C02 che immettiamo nell’atmosfera“, ha affermato l’autore dello studio, Niklas Boers del Potsdam Institute for Climate Impact Research, Freie Universität Berlino e l’Università di Exeter.
Una serie di fattori oltre alle emissioni di C02 concorrono alla rottura del sistema AMOC, compreso l’afflusso di acqua dolce, anch’esso direttamente collegato al cambiamento climatico.
Quando la calotta glaciale della Groenlandia si scioglie, aumenta la quantità di acqua dolce che scorre nel mare. L’acqua dolce è più leggera dell’acqua salata, il che significa che impedisce all’acqua di affondare sul fondo dell’oceano, un processo fondamentale per il continuo movimento dell’AMOC.
Sebbene l’intervallo di tempo e l’esatto innesco dell’evento siano sconosciuti, gli scienziati sono certi di una cosa: che il crollo dell’AMOC non debba mai accadere.
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