Dallo spazio alle miniere di cobalto in Congo. Per il fondatore di Tesla, Elon Musk, non sembrano esserci confini. Grazie all’accordo con Glencore, leader mondiale dell’estrazione di cobalto, l’imprenditore avrà a disposizione 6mila tonnellate all’anno del prezioso minerale usato per realizzare le celle delle batterie a ioni di litio delle auto elettriche.
Elon Musk, infatti, sta mettendo a punto una strategia molto complessa proprio riguardo alla produzione e all’approvvigionamento delle batterie per le proprie auto. L’obiettivo è chiaro: non farsi trovare impreparato di fronte alle le sfide che si presenteranno in futuro. E magari prendere in contropiede i competitor.
Da una parte, infatti, Tesla è destinata ad allargare gamma e volumi, con la Model Y in rampa di lancio per diventare subito una best seller e la nuova Roadster che farà il suo debutto nel 2022. il Cybertruck in dirittura d’arrivo e la rinnovata spinta sul camion Semi. E poi c’è tutto il tema della compatta “per tutti” Made in China, che dal 2025 potrebbe rappresentare un boom di vendite clamoroso.
Dall’altra parte invece, con la diffusione della mobilità elettrica e l’arrivo di un numero sempre maggiore di concorrenti, non si può non giocare d’anticipo per evitare di restare senza forniture di materie prime e componenti fondamentali. Tesla, in sintesi, sta cercando risposte diverse a domande diverse.
Pare strano, ma in un momento in cui le batterie agli ioni di litio senza cobalto sono l’obiettivo di tutti, e stanno sbarcando sulla Model 3 cinese, Tesla ha firmato un accordo per la fornitura del prezioso metallo con Glencore, il principale produttore al mondo.
Questo perché se per certi tipi di batterie si preferirà una composizione chimica diversa, per altri il cobalto sarà ancora fondamentale. Grazie all’accordo, Elon Musk si è garantito il 25% della produzione di cobalto della super miniera situata nella regione del Katanga, dove si trovano i due terzi delle riserve di cobalto mondiale.
La quantità che Musk acquisterà è pari al 4% dell’intera produzione globale; 6.000 tonnellate del prezioso metallo blu all’anno, quattro volte quanto acquistato da Tesla nel 2019. Con una quantità tale a disposizione, Elon Musk può dormire sonni tranquilli, anche di più rispetto a case auto ben più blasonate che devono ancora assicurarsi una fornitura altrettanto strutturata per il futuro.
La notizia della partnership con Glencore arriva a poche ore da quella con cui Tesla ha annunciato di aver rinnovato l’accordo con Panasonic per la fornitura di batterie agli ioni di litio, in Nevada.
La collaborazione con Panasonic è stata così prolungata per tre anni dopo che tra la casa californiana e l’azienda nipponica, si erano creati grossi attriti. Panasonic, da fornitore esclusivo di batterie per Tesla, ha rischiato di tagliare tutti i ponti, salvo poi tornare sui propri passi, ma a diverse condizioni.
Tra i produttori di batterie che hanno iniziato a lavorare con Tesla ci sono la coreana LG Chem e il colosso cinese CATL. Entrambe lavoreranno principalmente per la Gigafactory di Shanghai, con la prima che si concentrerà su batterie agli ioni di litio di tipo NMC, mentre la seconda sarà responsabile della fornitura di batterie di tipo LFP.
In questo turbine di accordi e collaborazioni, Tesla non si è dimenticata dell’importanza di restare il più possibile indipendente e autosufficiente. Così, insieme all’ormai famoso team di ricercatori canadesi, sta lavorando sulla messa a punto di una tecnologia rivoluzionaria che porterà alla produzione della super batteria da 1 milione di miglia.
E qui si torna alla frase iniziale di questo articolo. La fine dello sviluppo e l’avvio della produzione di questa batteria sarà annunciato durante il Battery Day? La pandemia sarà l’unico motivo dei rinvii? Forse non lo sapremo mai, quindi non resta che fidarci delle dichiarazioni ufficiali. Certo, come ogni cosa che riguarda Elon Musk, la curiosità è tanta.
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