Foto di Anthony Indraus su Unsplash
L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando ogni settore, dalla sanità alla finanza, ma uno degli effetti collaterali meno discussi è il suo crescente impatto sulla domanda di energia elettrica. Secondo analisi recenti, l’impennata nell’utilizzo di server, data center e tecnologie AI sempre più sofisticate potrebbe portare a un raddoppio della domanda globale di elettricità entro i prossimi cinque anni.
Dietro a ogni algoritmo generativo, chatbot o modello di machine learning, si nasconde una complessa rete di data center che richiede enormi quantità di energia per alimentare, raffreddare e mantenere in funzione i sistemi. Le grandi aziende tech stanno investendo miliardi in nuove infrastrutture, spesso situate in aree con accesso diretto a fonti energetiche economiche o rinnovabili.
Già nel 2023, l’industria IT ha consumato oltre il 7% dell’elettricità globale, e le proiezioni indicano che questa percentuale potrebbe superare il 15% entro il 2030. L’intelligenza artificiale, in particolare, ha un’impronta energetica crescente, soprattutto a causa dell’addestramento di modelli sempre più grandi e complessi. Ad esempio, l’addestramento di un singolo modello linguistico di grandi dimensioni può consumare quanto 100 abitazioni americane in un anno.
Il rischio, secondo alcuni esperti, è che questa corsa all’AI generi squilibri nella rete elettrica, soprattutto nei paesi in via di sviluppo o in quelli con infrastrutture obsolete. La domanda concentrata in alcuni hub tecnologici potrebbe creare colli di bottiglia e spingere verso un aumento dei prezzi dell’elettricità.
Molte aziende tech si sono impegnate a diventare “carbon neutral”, puntando su energia solare, eolica o idroelettrica. Tuttavia, la velocità con cui cresce la richiesta energetica rischia di superare la capacità di espansione delle fonti rinnovabili. Il risultato? Maggiore pressione sulle fonti tradizionali, come gas e carbone, con possibili ricadute ambientali.
Per affrontare questa sfida, si stanno esplorando nuove soluzioni, tra cui l’uso dell’intelligenza artificiale stessa per ottimizzare i consumi energetici, migliorare l’efficienza dei data center e prevedere picchi di domanda. Inoltre, l’integrazione di batterie, microgrid e tecnologie di edge computing potrebbe aiutare a distribuire meglio il carico energetico.
I governi stanno iniziando a interrogarsi sulla sostenibilità dell’AI. Alcuni paesi stanno valutando regolamenti che impongano limiti di consumo energetico o incentivi all’efficienza. La trasparenza sui consumi dei modelli AI diventerà probabilmente un tema caldo nei prossimi anni, sia per motivi ambientali che etici.
La rivoluzione dell’intelligenza artificiale è appena iniziata, ma le sue implicazioni energetiche sono già ben visibili. Il futuro dell’AI sarà strettamente legato alla nostra capacità di produrre energia in modo sostenibile ed efficiente. Senza un’adeguata pianificazione, l’era dell’AI potrebbe trasformarsi in una crisi energetica globale.
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