Oltre 100 anni fa, nel 1901, un tesoro del mondo antico è stato portato alla luce dopo essere rimasto isolato sul fondo del mare di Ancintera. Era un oggetto troppo strano tanto che solo dopo 50 anni si è riusciti finalmente a capire di cosa si trattava. La presenza di meccanismi, ingranaggi e leve aveva portato alla conclusione che si tratta di un computer analogico, il più antico del mondo il quale ha preceduto addirittura quelli di Pascal e Leibnitz.
Le creazioni dei due uomini che ho appena citato erano ancora rudimentali e servivano per la risoluzione veloce di piccolo calcoli. Lo strano artefatto invece aveva una natura diversa e il suo era quello di calcolare il corso del pianeta e delle stelle nel cielo notturno. Una nuova scoperta ha portato alla luce un altro pezzo di questa macchina rendendola ancora più interessante di quanto non fosse stata finora.
Un gruppo di ricercatori ha deciso di tentare la fortuna tornando al largo dell’isola Greca dov’era stato trovato il pezzo originale. La nuova spedizione ha portato alla luce un disco in bronzo largo circa 8 cm su cui figura il disegno di un toro. Il luogo di ritrovamento non era troppo distante dal relitto che portava con se il computer. Tale nave affondata trasportava molti altri artefatti come statue e basi solo che un tentativo di recupero degli anni ’70 aveva fatto disperdere i tesori rimasti, soprattutto quelli più piccoli.
Lo studio del nuovo oggetto ha fatto nascere diverse ipotesi le quali sono unite alle precedenti. Il disco del toro sembra avere una fattura troppo grezza rispetto al blocco principale e questo può volere dire due cose principalmente. O si tratta di un pezzo ornamentale di nessuna validità funzionale o fa parte di una seconda macchina.
Tale computer analogico era composto da molti pezzi, si calcola tra i 37 e i 70. Difficilmente si potrà ricostruire per intero l’artefatto il quale diventerà l’incubo di qualche appassionato.
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