Nel contesto socio-culturale moderno, è innegabile come le donne siano sempre più insofferenti alla pressione sociale di avere figli prima di una certa età, ma un nuovo studio conclude che il cosiddetto “orologio biologico” può essere una preoccupazione anche per gli uomini. L’età di un uomo può influenzare la sua fertilità, il benessere del suo partner durante la gravidanza e la salute a lungo termine dei suoi figli, mostrano i risultati dello studio.
Gli autori infatti suggeriscono che gli uomini dovrebbero prendere in considerazione l’idea di conservare il proprio liquido seminale qualora intendano aspettare di raggiungere un’età più avanzata per metter su famiglia. Gli studi mostrano peraltro una serie di rischi per la salute che crescono di pari passo con l’avanzare dell’età, rischi che possono riguardare non solo il partner, ma anche i figli stessi.
Concepire un bambino con un padre più anziano è associato a un rischio più elevato di diabete gestazionale e preeclampsia, una complicazione caratterizzata da pressione alta che comporta gonfiore ai piedi e alle gambe delle donne incinte. L’età dei padri sembra anche aumentare il rischio di nascite premature, tant’è vero che i bambini nati da padri più anziani sembrano avere una maggiore tendenza a contrarre disturbi come l’autismo, la schizofrenia e alcuni tipi di cancro infantile.
“Mentre è ampiamente accertato che i cambiamenti fisiologici che avvengono nelle donne dopo i 35 anni possono influenzare il concepimento, la gravidanza e la salute del bambino, la maggior parte degli uomini non si rende conto che anche la loro età può avere un impatto di questo genere“, ha dichiarato la dottoressa Gloria Bachmann, direttrice del Women’s Health Institute presso la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School.
Negli uomini infatti, questi cambiamenti includono livelli più bassi di testosterone, un accumulo di mutazioni genetiche dannose negli spermatozoi e una diminuzione generale del numero e della qualità degli stessi. Come nel caso delle donne, questi cambiamenti possono non solo influenzare le possibilità di un concepimento, ma anche la salute dei nascituri.
La dottoressa Bachmann e i suoi colleghi non stanno cercando di scoraggiare gli uomini ad avere figli in età avanzata, ma fanno giustamente notare che la disparità tra la percezione sociale della fertilità e il ruolo nella riproduzione degli uomini e delle donne è esempio del diffuso pregiudizio circa i ruoli dei genitori, la riproduzione e la pianificazione familiare.
La ricerca si rivela infatti essenziale, dal momento che da essa risulta che gli uomini più anziani hanno più bambini rispetto ai più giovani: il 10% dei bambini nasce da padri di età superiore ai 45 anni, rispetto al 4% registrato quattro decenni fa. Per questo motivo, gli autori dello studio sostengono che i medici dovrebbero avvertire gli uomini più anziani e i loro partner sulla possibilità di andare incontro a rischi per i futuri figli, proprio come viene oggi consigliato alle donne.
E così come alcune donne congelano in modo preventivo i loro ovuli, hanno aggiunto i ricercatori, anche gli uomini più giovani che non ritengono di essere pronti per la paternità in tempi brevi, dovrebbero essere informati della possibilità di “pianificare” il loro futuro da genitori. “Forse gli uomini dovrebbero essere incoraggiati a ricorrere alle banche dello sperma prima dei 35 o al limite dei 45 anni, in modo da diminuire i rischi per la salute del partner e dei nascituri dovuti all’invecchiamento dello sperma“, si legge nello studio.
Naturalmente, lo sperma potrebbe non essere l’unico nesso tra padri anziani e rischi per la salute dei loro figli e dei loro partner. Ci potrebbero essere altri fattori da considerare, come la qualità delle relazioni che gli uomini anziani hanno con i loro partner o figli (una gravidanza più stressante, per esempio, potrebbe influenzare negativamente la madre e il bambino). Ma indipendentemente da ciò, è bene ricordare che la maggior parte dei bambini, anche quelli nati da genitori più anziani, verranno al mondo senza complicazioni gravi per la salute.
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