Effettuata una straordinaria scoperta archeologica in Toscana: a San Casciano dei Bagni riemergono dal fango ben 24 statue in bronzo di epoca romana. Un tesoro inestimabile custodito fino ad oggi sul fondo di una grande vasca termale romana per ben 2300 anni, conservato dal fango e dall’acqua termale.
Secondo i ricercatori si tratta di un deposito votivo senza precedenti, con statue in bronzo di elevato pregio, integre e in perfetto stato di conservazione e di cui ben cinque con un altezza che sfiora il metro.
Come afferma infatti Jacopo Tabolli, docente dell’Università per Stranieri di Siena e archeologo a capo del progetto di scavo, si tratta di “una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”. Un tesoro “assolutamente unico” a cui si aggiungono moltissime iscrizioni in etrusco e in latino, migliaia di monete ed alcune importanti offerte vegetali.
Quella di San Casciano ai Bagni era una zona importante nell’antica Roma. Il comune toscano sorge infatti vicino a Chiusi, la città che un tempo era l’antica città etrusca di Clevsins, diventata poi la latina Clusium, che aveva un’importanza fondamentale, poiché collocata sull’arteria che collegava Roma all’Etruria settentrionale, seguendo il Tevere e il suo principale affluente, il Clanis.
Secondo la tradizione, sarebbe stato stato proprio il Lucumone etrusco di Chiusi, Porsenna, a fondare i “Bagni Chiusini”, apprezzati e frequentati successivamente anche dai Romani. Tra gli illustri frequentatori dell’epoca romana vi furono anche l’imperatore Ottaviano Augusto e Triaria, la moglie dell’imperatore Vitellio.
Non è dunque difficile pensare che in un luogo così importante e apprezzato da etruschi e romani, vi siano state trovate delle statue ed innumerevoli ex voto, provenienti dalle grandi famiglie del territorio.
Le 24 statue in bronzo rinvenute a San Casciano dei Bagni, sono databili, secondo gli archeologi, tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C.. All’epoca questo santuario esisteva già. Sembra infatti che sia stato frequentato almeno dal III secolo a.C. e che rimase attivo fino al V secolo d.C.. In epoca cristiana, il santuario di San Casciano venne chiuso, ma non fu comunque distrutto. Le vasche votive furono semplicemente sigillate con tutti i loro tesori custoditi all’interno.
Ed è proprio per questo che, una volta rimosso ciò che copriva le vasche, gli archeologi si sono trovati davanti un’inestimabile tesoro archeologico perfettamente conservato. Come spiega Tabolli, questo è di fatto “il più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”.
All’interno della vasca le statue in bronzo ed i reperti erano in parte disposte sui rami di un grande albero fissato sul fondo, alcune ricoperte di iscrizioni, altre di uova. Quest’ultimo aspetto ha sorpreso gli archeologi che ora dovranno indagarne il significato.
Gli scavi in questa zona avevano sin da subito fatto pensare ad un luogo di rilievo sia per gli Etruschi che per i Romani. I primi scavi risalgono al 2007, quando vennero riportati alla luce i resti della necropoli di Balena, con tombe del II e I sec. a C. ed iscrizioni in etrusco e latino.
Nel 2018 viene finanziata ed inizia l’esplorazione geofisica dell’area del Bagno Grande, nei pressi delle terme cinquecentesche tutt’oggi in uso. Ed è nell’agosto 2020 che viene ritrovato un altare dedicato ad Apollo.
Ad agosto di quest’anno invece sono state trovate le tracce dell’ingresso monumentale di un santuario romano con un altare in travertino, che nel corso dei mesi ha condotto alla scoperta della grande vasca allungata dove si immergevano i fedeli e dove lasciavano le offerte e gli ex voto agli dei. Fino ad arrivare alla scoperta di questi giorni, con il ritrovamento delle statue in bronzo e di molti altri interessanti reperti.
Ph. Credit: Ministero della Cultura
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