Le battaglie per il copyright, ovvero per i diritti d’autore di un contenuto, sono sempre state molto accese. Molti autori si lamentavano che vedevano i propri contenuti su grandi piattaforme quali Facebook, Youtube, Google News ecc. senza ricevere una remunerazione adeguata.
Proprio per questo, è stata portata in Parlamento Europeo, la riforma del copyright, tanto attesa dai vari autori per proteggersi. Il primo tentativo di portare la riforma in Parlamento, a Luglio, non fu accettata, in quanto non rispettava alcuni principi cardine. Successivamente, è stata modificata, portando al centro di essa il cambiamento dell’art. 11 e dell’art. 13.
Il primo, come già accennato, dà la possibilità ai vari editori di accettare o rifiutare di far pubblicare i propri contenuti sui grossi siti web, introducendo inoltre anche una nuova remunerazione, il link tax, ovvero l’obbligo di pagare un compenso agli editori originali della notizia scelta, pena multe fino a 600.000 euro.
Il secondo, invece, impone alle grosse società di controllare attentamente tutti i contenuti sulle proprie piattaforme, filtrando in caso di contenuti non adatti o idonei. Un esempio è stata la richiesta delle varie associazioni di un maggiore controllo da parte di Youtube verso i contenuti pubblicati sulla sua piattaforma, a volte molto spinti ed estremisti.
La riforma rinvenuta in EuroParlamento è stata approvata il 12 Settembre da una grande maggioranza (438 “si”, 226 “no” e 39 astensioni). Molto contrario in Italia il Movimento 5 Stelle e soprattutto Luigi di Maio, che esprime il suo disaccordo sulla “link tax”, definendola “folle” e sulla riforma in sé, che porterà il Parlamento a legalizzare la censura di contenuti, mentre la rete, per il viceministro, deve rimanere libera e senza vincoli. Dura la risposta del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, che chiede al premier Conte di prendere le distanze da queste dichiarazioni.
Infine, ricapitolando, ecco le novità che introdurrà, la nuova riforma sul copyright:
Non si sa ancora quando entrerà effettivamente in funzione, ovviamente i passaggi burocratici per una legge così importante sono molto lunghi, ma, gli autori nello specifico, sperano il più presto possibile.
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