Non si fermano le polemiche tra Stati Uniti e Cina riguardo la, presunta, responsabilità di quest’ultima di aver scatenato “inconsapevolmente” la terribile pandemia di coronavirus che tutto il mondo si trova ad affrontare. Accuse estremamente gravi, ma anche molto mirate. Il segretario di Stato statunitense Mike Pompeo aveva infatti dichiarato giorni fa di essere in possesso di “prove inequivocabili” che dimostrerebbero il ruolo chiave della Cina nella diffusione del virus, salvo poi fare un passo indietro, essendo la tesi non supportata dalla stessa intelligence americana.
Ma ora, qualcosa potrebbe essere cambiato. Secondo il Federal Bureau of Investigation statunitense, hacker cinesi sarebbero al lavoro per entrare in possesso di importanti dati relativi al vaccino contro il nuovo coronavirus, ancora in fase di studio. Stando a quanto riporta chi avrebbe avuto visione di questo discusso dossier, ci sarebbero molti altri Paesi coinvolti in questa “guerra delle informazioni”, come Iran e Corea del Sud, storico alleato degli Stati Uniti.
Nel documento, si parla di “attori non convenzionali” per identificare questi soggetti che, nell’ombra, starebbero operando per mettere le mani su dati fondamentali per la lotta al patogeno: si tratterebbe di ricercatori universitari presenti addirittura sul suolo americano, istruiti da Pechino per sottrarre materiale dalle strutture in cui si conducono le ricerche sul virus. A consolidare la possibilità che un’indagine del genere da parte dell’intelligence americana abbia portato ad un qualche tipo di risultato importante ci sarebbero una serie di avvertimenti che gli 007 statunitensi avrebbero diramato a ricercatori e studiosi, mettendoli in guardia sulla loro sicurezza.
Di certo, peraltro, c’è finora il fatto che un team di hacker iraniani ha proprio in questi giorni cercato di penetrare le difese di Gilead, casa farmaceutica produttrice del farmaco Ramdesivir, approvato pochi giorni fa dalla Food and Drug Administation statunitense e accreditato come un efficace strumento di lotta al coronavirus. Tuttavia, c’è chi non si dice convinto neppure di questo, come fa notare il New York Times, che ha peraltro diffuso l’allarme sull’ombra dei “ladri di vaccino“; nel 2017 infatti si verificò un attacco simile ad un impianto petrolchimico, da parte di quelli che si credevano essere hacker iraniani, salvo poi rivelarsi essere stata opera di hacker russi.
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