Mangiare fuori è una delle attività più rischiose durante la pandemia di coronavirus, secondo un rapporto pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi, a causa del fatto che le mascherine non vengono utilizzate mentre le persone mangiano e bevono. I funzionari dei CDC hanno intervistato circa 314 persone che hanno manifestato sintomi del virus e hanno poi effettuato il test, circa la metà delle quali era risultata positiva: sia i soggetti positivi che quelli negativi hanno affermato di essersi cimentati normalmente in attività quotidiane, come andare in chiesa e fare la spesa.
Tuttavia, le persone risultate positive avevano circa il doppio delle probabilità di quelle che erano risultate negative di affermare di essere andate a cena in un ristorante. Le persone che sono risultate positive al test ma non in grado di identificare un’occasione specifica in cui potrebbero essersi esposte al virus avevano anche maggiori probabilità di aver visitato di recente un bar o una caffetteria. “Mangiare e bere nei locali potrebbero essere attività collegate a fattori di rischio associati a loro volta all’infezione da coronavirus“, afferma il rapporto. “Gli sforzi per ridurre le possibili esposizioni al patogeno in occasioni in cui l’uso della mascherina e il distanziamento sociale sono difficili da mantenere, come quando si mangia e si beve, dovrebbero essere intensificati per proteggere clienti, dipendenti e l’intera comunità“.
Anche negli Stati Uniti, ad oggi il paese più colpito dalla pandemia di coronavirus, molti Stati stanno gradualmente riattivando i servizi di ristorazione. Il governatore di New York Andrew Cuomo ha infatti annunciato questo mercoledì che i servizi di ristorazione a capacità ridotta potranno riprendere il 30 settembre a New York City. Cuomo ha aggiunto che il servizio bar resterà inattivo e che saranno richiesti controlli della temperatura per tutti i clienti dei locali. “Se le persone hanno intenzione di mangiare fuori, devono essere molto caute su come lo fanno“, ha spiegato il coautore dello studio, Todd Rice.
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