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Coronavirus: dall’OMS stop alla commercializzazione dei test sierologici

Le speranze che i test sugli anticorpi contro il coronavirus possano iniziare in tempi brevi potrebbero aver subito un duro colpo, dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha preteso di capire prima se essi siano in grado di conferire una garanzia di immunità. Il Regno Unito ha infatti posto i test sugli anticorpi, che sono in grado di rivelare se un soggetto ha contratto in passato Covid-19, al centro di un eventuale piano disblocco” al fine di un ritorno alla normalità.

Il punto è che secondo gli esperti, la presenza di anticorpi non dimostra necessariamente che il paziente sia immune ad una nuova infezione. Il governo britannico, in particolare, ha già stanziato tre milioni e mezzo di test, ma nessuno di essi è risultato affidabile al punto da fungere da standard per la sperimentazione, sottolineando però di non concedere il lasciapassare ad alcun test fino a quando non sarà considerato sicuro.

 

Secondo l’OMS, sarebbe prematuro avviare la distribuzione di test sierologici per verificare l’intervenuta immunità al coronavirus

Il professor John Newton ha affermato che i cittadini dovrebbero assolutamente evitare di acquistare test simili che non siano stati approvati fino a tale momento. “Ogni giorno facciamo grandi progressi nel nostro lavoro e sono fiducioso che questo sforzo farà un ulteriore passo avanti“, ha dichiarato Newton a proposito dell’autorizzazione all’uso di un test sierologico valido, in grado di misurare i livelli di anticorpi nel plasma. “Non appena avremo trovato un test affidabile, saremo in grado di distribuirli in tutto il paese per valutare un eventuale ritorno al lavoro“.

La dottoressa Maria van Kerkhove, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha però espresso dubbi sui vantaggi di questi rapidi test sierologici, a causa della mancanza di evidenze scientifiche circa l’immunità al coronavirus: “Ci sono molti paesi che stanno suggerendo di utilizzare test sierologici diagnostici rapidi, ma in questo momento non abbiamo prove che l’uso di un test sierologico possa dimostrare che un individuo sia immune e quindi protetto dalla reinfezione“.

Nello Giuliano

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