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Coronavirus: i soggetti diabetici sarebbero più vulnerabili alla malattia

Un medico celebre per la sua partecipazione ad un popolare show televisivo britannico, GPs: Behind Closed Doors, ha spiegato perché la malattia da coronavirus potrebbe avere un impatto molto più serio sulle persone affette da diabete. La dottoressa Amir Khan, il cui campo di studio sono prevalentemente le malattie di diabete di tipo 1 e di tipo 2, ha affermato che il sistema immunitario svolge un ruolo importante nei soggetti che sviluppano i sintomi più gravi dell’infezione da coronavirus.

Il medico ha dichiarato: “Alti livelli di zucchero nel sangue per un lungo periodo di tempo possono effettivamente indebolire il sistema immunitario, che perciò non risponderà più in maniera efficace al virus nel momento in cui questo entra nel corpo e inizia a replicarsi scendendo ai polmoni e causando i problemi respiratori che possono portare alla necessità di cure ospedaliere“. Alle persone con diabete viene consigliato caldamente di restare a casa, se possono, e di concentrarsi sul controllo dei livelli di zucchero nel sangue, nel tentativo di rimanere il più sani possibile.

 

Il coronavirus indurrebbe il cuore dei pazienti diabetici a lavorare ad un ritmo troppo elevato per il loro sistema cardiocircolatorio

Khan ha dichiarato: “Anche se la stragrande maggioranza soffrirà di sintomi da lievi a moderati, c’è una piccola parte di contagiati che soffrirà di sintomi gravi e che purtroppo diventerà superiore a quella delle persone che non hanno il diabete“. Ha anche discusso di come le persone che hanno patologie cardiache possano anche manifestare gravi sintomi di Covid-19. I dati diffusi dalla Cina, dove il virus ha avuto origine, mostrano che dei primi 44.672 casi lì diagnosticati, i soggetti affetti da malattie cardiovascolari avevano il più alto tasso di mortalità, fino al 10,5%.

Il dottor Khan ha aggiunto: “Quando il coronavirus entra nel nostro corpo e scende nei polmoni riesce letteralmente a fermare i polmoni, che permettono all’ossigeno di circolare nel sangue. Come conseguenza di ciò, il cuore deve lavorare di più per pompare il sangue in tutto il corpo, sangue che conterrà sempre meno ossigeno. Purtroppo, nei soggetti che già soffrono di una condizione cardiaca compromessa, ciò sottoporrà il cuore ad uno sforzo ancora maggiore, cosa che porterà a ulteriori complicazioni“.

Nello Giuliano

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