Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che India e Stati Uniti sono al lavoro insieme per sviluppare un vaccino efficace contro il coronavirus, anche se le parole di Pompeo non sarebbero state una sorpresa. I due paesi hanno infatti collaborato ad un programma di sviluppo di vaccini, riconosciuto a livello internazionale, per oltre tre decenni, contrastando patologie pericolose come dengue, malattie enteriche, influenze e tubercolosi. L’India è infatti tra i maggiori produttori di farmaci e vaccini generici al mondo.
Il paese ospita circa sei importanti aziende produttrici di vaccini e una serie di laboratori più piccoli, che producono farmaci contro la poliomielite, la meningite, la polmonite, il rotavirus, il BCG, il morbillo, la parotite e la rosolia, tra le altre malattie. Sei di queste aziende stanno ora studiando e sviluppando vaccini contro il coronavirus; una di queste è il Serum Institute of India, il più grande produttore di vaccini al mondo per numero di dosi prodotte e vendute a livello globale. L’azienda produce un miliardo e mezzo di dosi ogni anno, principalmente dalle sue due strutture nella città di Pune.
L’azienda fornisce 20 vaccini a 165 paesi e circa l’80% di essi viene esportato, con una media di 50 centesimi a dose, cosa che li rende tra i più economici al mondo. L’azienda ha in queste settimane avviato una collaborazione con Codagenix, una società americana di biotecnologie, per sviluppare un vaccino contro il nuovo coronavirus, aggiungendosi alla lista degli oltre 80 studi a riguardo in tutto il mondo. Il vaccino viene creato riducendo la virulenza, o rimuovendo le proprietà dannose, di un agente patogeno ma mantenendolo in vita.
“Stiamo programmando una serie di sperimentazioni su animali, in particolare su topi e primati, di questo vaccino. A settembre dovremmo essere in grado di iniziare le sperimentazioni sull’uomo“, ha detto Adar Poonawalla, amministratore delegato del Serum Institute of India. Il ceppo virale estratto dagli scimpanzè, opportunamente modificato, costituirebbe infatti la base per il nuovo vaccino, con speranza di avviare la distribuzione delle prime dosi di vaccino a settembre.
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