Il famoso vaccino russo contro il coronavirus continua a preoccupare, soprattutto ora che uno degli studi più promettenti, quello di Oxford, è stato messo in stand by a causa di problemi sorti con i volontari che si sono sottoposti ai test. A questo giro è la rivista medica Lancet ad aver chiesto nuovi chiarimenti ai responsabili dello sviluppo di tale trattamento.
Quest’ultimo hanno finora rilasciato pochissime informazioni, pochissimi dati sullo Sputnik V; il nome del vaccino deriva dal satellite lanciato nel lontano 1957, il primo dell’era sovietica. Il problema alla base è che non è stato seguito il solito iter per ovvero non è stato testato su un numero abbastanza ampio di persone.
Perché Lancet però? Perché altri esperti avevano pubblicato un articolo in merito a tale vaccino la settimana scorsa. In tale articolo veniva spiegato come il vaccino fosse considerato sicuro e ben tollerato dai volontari, peccato che si tratta di poche decine di fronte a un gruppo che dovrebbe essere di migliaia e migliaia.
Allo stato attuale i governi di tutto il mondo stanno aspettando un vaccino e per questo la ricerca sta procedendo spedita. Il primo vaccino non deve essere quello definitivo, ma deve avere una certa efficacia. Nonostante non debba essere perfetto, deve comunque risultare sicuro all’uomo e apparentemente non lo si può affermare con certezza per il prodotto russo.
Il vaccino di Oxford, quello sviluppato da AstraZeneca, ha viso le sperimentazioni interrompersi dopo che un solo paziente si è ammalato. Si tratta di due livelli di attenzione completamente diversi.
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