Il rapido riscaldamento dell’Artico non ha generato una corrente a getto “ondulata” intorno alle medie latitudini negli ultimi decenni, stando a quanto hanno dimostrato nuove ricerche. La corrente a getto (“jetstream“, in inglese) è un veloce flusso d’aria canalizzato, generalmente localizzato nell’atmosfera terrestre e aiutano a mantenere un determinato livello di temperatura dell’aria attraverso “scambi” di masse d’aria. Gli scienziati dell’Università di Exeter hanno studiato fino a che punto l’amplificazione dell’Artico, cioè il tasso di riscaldamento dell’Artico rispetto ai luoghi più a sud del pianeta, abbia influenzato le correnti a getto.
Essi hanno suggerito che il riscaldamento della regione artica ha portato a una corrente a getto “più ondulata“, in grado di generare condizioni meteorologiche estreme che potrebbero interessare tanto gli Stati Uniti quanto l’Europa. Tuttavia, il nuovo studio del dottor Russell Blackport e del professor James Screen, mostra che il riscaldamento dell’Artico non ha generato correnti così “ondulate” come ci si aspettava. Essi ritengono invece che ogni collegamento abbia maggiori probabilità di essere il risultato di oscillazioni casuali nel flusso delle correnti che influenzano le temperature dell’Artico.
Il dottor Blackport, ricercatore e autore principale dello studio, ha dichiarato: “Mentre sembra esserci un legame tra un flusso di correnti a getto più ondulato e il riscaldamento dell’Artico nelle variazioni registrate di anno in anno e da un decennio ad un altro, qui non c’è stato un aumento a lungo termine dell’ondulazione, in risposta al rapido riscaldamento dell’Artico“. Gli scienziati hanno verificato se negli ultimi anni il corso della corrente a getto nell’emisfero settentrionale sia stato in qualche modo amplificato dai cambiamenti climatici e per circa due decenni, il flusso ha mostrato un andamento ondulato, che ha coinciso con un maggiore riscaldamento dell’Artico.
Queste oscillazioni hanno causato condizioni meteorologiche tali da generare fenomeni climatici estremi, come uragani e inondazioni. In questo nuovo studio, Blackport e Screen hanno studiato non solo le simulazioni dei modelli climatici ma anche le condizioni osservate fino a 40 anni fa. Hanno scoperto in proposito che la tendenza precedentemente segnalata verso una circolazione più “mossa” durante l’autunno e l’inverno si è invertita negli ultimi anni. Questa inversione non ha comportato mutamenti a lungo termine nell’ondulazione delle correnti a getto, anche se erano prevedibili per via del progressivo riscaldamento dell’Artico.
I risultati, affermano gli scienziati, suggeriscono fortemente che il legame osservato e simulato tra “ondulazione” della corrente a getto e temperature dell’Artico non rappresenta un effetto causale dell’amplificazione dell’Artico direttamente sulla corrente a getto. Il professor Screen, professore di Scienze del clima di Exeter, ha aggiunto: “L’idea che il riscaldamento dell’Artico stia conducendo ad un flusso di correnti a getto più ondulato non regge ai controlli da noi effettuati, nonostante il continuo riscaldamento dell’Artico“.
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