Alcuni aspetti fondamentali contro la diffusione di Covid-19 si sono dimostrati efficaci per ridurre i contagi, come l’indossare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale, evitare spazi chiusi preferendo quelli aperti con poco affollamento. E’ inevitabile però che con l’arrivo dell’inverno vengono sempre più prediletti gli ambienti chiusi. Ma come fare a diminuire il rischio di contagio indoor?
Alla 73a riunione annuale della divisione di Fluidodinamica dell’American Physical Society, i ricercatori hanno presentato una serie di studi che indagano sull’aerodinamica delle malattie infettive. I loro risultati suggeriscono strategie per ridurre il rischio basate su una comprensione rigorosa di come le particelle infettive si mescolano con l’aria in spazi ristretti.
La ricerca all’inizio della pandemia si è concentrata sul ruolo svolto dalle grandi goccioline a caduta rapida prodotte dalla tosse e dagli starnuti. Tuttavia, gli eventi successivi documentati hanno suggerito che la trasmissione per via aerea di minuscole particelle dalle attività quotidiane può anche essere una pericolosa via di infezione.
I matematici del MIT hanno proposto una nuova linea guida di sicurezza basata su modelli esistenti di trasmissione di malattie per via aerea per identificare i livelli massimi di esposizione in una varietà di ambienti interni. La loro linea guida dipende da una metrica chiamata “tempo di esposizione cumulativo”, che è determinato moltiplicando il numero di persone in una stanza per la durata dell’esposizione. Il massimo dipende dalle dimensioni e dal tasso di ventilazione della stanza, dal rivestimento del viso di chi lo occupa, dall’infettività delle particelle aerosolizzate e da altri fattori. E’ possibile quindi affermare che una maggiore conoscenza dell’aerodinamica negli spazi indoor può sicuramente aiutare a contrastare la diffusione in questi luoghi del Covid-19.
Foto di TheOtherKev da Pixabay
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