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Covid-19 e diabete: settimane dopo l’infezione aumenta il rischio di diagnosi

Come ormai ben sappiamo, venire infettati dal coronavirus SARS-CoV-2, e sviluppare il Covid-19, significa andare incontro a possibili nuove diagnosi a causa di tutti gli effetti dell’agente patogeno. Secondo un nuovo studio per esempio, dopo il contagio il rischio di diabete e o di condizioni vascolari aumenta per diverse settimane.

Nello specifico, la possibilità di una diagnosi di diabete dopo il Covid-19 è dell’80% più alta rispetto a persone sane. Per quanto riguarda problemi cardiocircolatori, come battito irregolare e coaguli, il rischio è di addirittura sei volte più grande; questi rischi erano di per sé già risaputi. Si parla di diagnosi che possono arrivare anche fino a 12 mesi, perlomeno secondo l’analisi dei dati di 400.000 pazienti nel Regno Unito.

 

Covid-19: maggiori rischi di diagnosi di diabete

Le parole di uno degli autori dello studio, la dottoressa Emma Rozel-Potts: “Si tratta davvero di medici consapevoli del potenziale aumento del rischio per i loro pazienti, e in particolare di come possono ridurre il rischio di diabete nei primi tre mesi dopo l’infezione attraverso una dieta migliore e facendo esercizio. È sicuramente rassicurante che nel lungo periodo, il rischio di malattie cardiovascolari e diabete sembri tornare ai livelli di base. Ma dobbiamo essere cauti nel periodo acuto con malattie cardiovascolari e prendere atto che il rischio di diabete sembra essere elevato per diversi mesi, quindi potrebbe essere una buona opportunità per la prevenzione del rischio.”

Considerando che la pandemia di Covid-19 non è ancora finita, e a dire il vero siamo di fronte a una nuova ondata, i rischi sono ancora alti. Grazie all’ampia copertura vaccinale la maggior parte delle persone sono protette, ma non vale per tutti.

Giacomo Ampollini

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