News

Covid-19 e assembramenti: cosa sappiamo dei contagi all’aperto

Con l’arrivo della bella stagione, sarà inevitabile trovarci all’aperto, magari in gran numero. Nelle città fluviali le banchine, luoghi di ritrovo, sono individuati come potenziali posti di aggregazione. Lo abbiamo visto a Milano ai Navigli lo scorso weekend e in altre città nei lungomare affollati.

Tuttavia, poiché non possiamo dimostrare scientificamente che esiste vita su Marte, non è nemmeno possibile dimostrare il tasso di contaminazione da Covid-19 all’aperto. Studiarlo a priori sarebbe molto restrittivo, richiederebbe una base sufficiente di volontari tracciati per almeno quattro settimane, ecc. Allora cosa dicono gli studi a posteriori?

 

Gli studi al riguardo

Di studi ne sono stati fatti e molti sono ancora in corso. Uno di questi è stato condotto dalla Canterbury Christ Church University. Dei 25.000 casi di Covid-19 studiati, solo il 6% di essi era legato ad ambienti con una componente outdoor, come eventi sportivi o concerti.

Se partiamo dal presupposto che il virus si trasmette tramite goccioline emesse da una persona infetta, è stato dimostrato che anche il clima è importante. Le temperature e l’umidità hanno molta influenza. A temperature di 8/10°C il virus resiste meglio agli aerosol e, quindi, rimane in sospensione. Anche se ci si trova a meno di un metro da una persona contagiata pochi secondi dopo, è possibile camminare attraverso una nebbia di goccioline infette. Ciò che viene dimostrato è che il vento svolge un ruolo di dispersione, le precipitazioni bagnano l’atmosfera e i raggi UV non sono favorevoli alla durata di vita del virus in sospensione.

 

Quindi tutti fuori con il bel tempo?

È innanzitutto una questione di buon senso, avvertono gli esperti. Se ci si ritrova in centinaia al lungomare senza alcuna misura di barriera o si cammina da soli su una grande spiaggia, non si hanno le stesse conseguenze.

Uno degli elementi interessanti della lotta contro la diffusione dell’epidemia è quello di limitare il consumo di alcol all’aperto. Perché è un agente che abbatte le misure di barriera tra noi e gli altri, tra noi e il virus. Tutti noi siamo attori della propria sicurezza e di quella altrui. Il clima può rendere la contagiosità più favorevole, ma da solo non spiega i forti contagi. Perché ci sia il contagio, deve esserci qualcuno malato e persone intorno. In questa pandemia, il fattore principale è l’uomo.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

Recent Posts

Cellule staminali dormienti: la nuova speranza per chi ha perso l’olfatto

Per milioni di persone nel mondo, la perdita dell’olfatto – nota come anosmia – è diventata una condizione debilitante, spesso…

5 Giugno 2025

Un nuovo dispositivo solare trasforma l’aria in acqua potabile

In un mondo in cui oltre due miliardi di persone non hanno accesso regolare a fonti d’acqua sicura, una nuova…

5 Giugno 2025

Fujifilm Instax Mini 41: la stampa istantanea torna alla ribalta con stile e semplicità – Recensione

La Fujifilm Instax Mini 41 rappresenta un’evoluzione interessante nella gamma di fotocamere istantanee Instax, un brand che da anni ha…

5 Giugno 2025

Food Coma: Cos’è, Perché Succede e Come Evitarlo Dopo un Pasto Abbondante

Ti è mai capitato di sentirti improvvisamente stanco, spossato e con l’unico desiderio di sdraiarti dopo un pasto abbondante? Probabilmente…

4 Giugno 2025

Kilimangiaro: le strane piante giganti che sembrano gatti o ananas

Sulla vetta più alta dell’Africa, il paesaggio sembra uscito da un cartone animato: enormi figure marroni e pelose punteggiano i…

4 Giugno 2025

iPhone 17: ecco le novità in arrivo sul modello base

Nelle scorse settimane si è a lungo parlato delle novità in arrivo sugli iPhone top di gamma di quest'anno (17…

4 Giugno 2025