Già da qualche mese in diversi Paesi si sta sperimentando il plasma di persone guarite dal Covid-19 per mettere a punto una cura efficace contro questa pericolosa malattia. In particolare, il National Health Service britannico ha invitato i cittadini guariti a donare il proprio plasma per contribuire a curare il coronavirus. Nei prossimi mesi quattordici centri di donazione apriranno in Inghilterra, fra cui uno a Leeds e uno a Lancaster.
Il plasma, che ha una colorazione dorata, contiene gli anticorpi che il sistema immunitario sviluppa come difesa dalle malattie. Gli scienziati sostengono che possa dare un contributo fondamentale nella lotta al Covid-19. In particolare, i malati trarrebbero un grande vantaggio dagli anticorpi presenti nel plasma iperimmune proveniente dai pazienti guariti. Per quanto riguarda questi ultimi, il loro sistema immunitario sarebbe in grado di sostituire immediatamente gli anticorpi donati.
Secondo quanto afferma la BBC, gli esperti sono interessati a ricevere donazioni prevalentemente da uomini, da persone oltre i 35 anni di età e da persone che siano già state ricoverate in ospedale per Covid-19, poiché sono le persone che producono la maggior quantità di anticorpi. Il processo di donazione richiede circa 45 minuti. Maggiore sarà il numero di pazienti donatori, maggiori saranno le probabilità di ottenere risultati certi e maggiori saranno le possibilità di cura per i pazienti futuri.
Per quanto riguarda l’Italia, i pazienti guariti dal Covid-19 hanno già donato 3185 unità di plasma su tutto il territorio nazionale, nell’ambito di due progetti di ricerca. Il primo si chiama ‘Support-E’ e mira alla valutazione delle terapie a base di plasma da Convalescente Covid-19 (CCP) e a un accordo fra tutti gli Stati membri sull’utilizzo clinico più idoneo di tali terapie. L’altro progetto si chiama ‘Esi’ (ovvero Emergency Support Instrument) e prevede la concessione di fondi europei per finanziare la raccolta di plasma da convalescente Covid-19.
Ph. credits: Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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