Infezioni precedenti con comuni virus del raffreddore possono addestrare il sistema immunitario a riconoscere il SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19, secondo un nuovo studio. Esso, pubblicato il 4 agosto sulla rivista Science, ha scoperto che le cellule immunitarie conosciute come cellule T che riconoscono i comuni coronavirus a freddo riconoscono anche siti specifici su SARS-CoV-2, incluse parti della famigerata “spike” proteina che usa per legarsi a e invadono le cellule umane.
Questa “memoria” del sistema immunitario esistente può spiegare perché alcune persone hanno infezioni da COVID-19 più lievi rispetto ad altre; tuttavia, gli autori sottolineano che questa ipotesi è “altamente speculativa” e richiede ulteriori ricerche per confermare. Questo perché non si sa esattamente quanto sia importante il ruolo delle cellule T nella lotta contro COVID-19. Esse, infatti, sono solo una parte di un serraglio complesso di molecole e cellule che compongono il nostro sistema immunitario.
“Abbiamo ora dimostrato che, in alcune persone, la preesistente memoria delle cellule T contro i comuni coronavirus freddi può riconoscere in modo incrociato SARS-CoV-2, fino alle esatte strutture molecolari”, ha studiato la co-autrice Daniela Weiskopf, assistente professore presso La Jolla Institute for Immunology in California, ha dichiarato in una nota.
Precedenti studi hanno dimostrato che oltre il 50% delle persone mai esposte a COVID-19 ha cellule T che riconoscono SARS-CoV-2. Questa capacità è stata osservata nelle persone di tutto il mondo, nei Paesi Bassi, in Germania, nel Regno Unito e a Singapore. Gli scienziati hanno ipotizzato che questa immunità esistente potrebbe essere dovuta a precedenti infezioni con altri coronavirus, in particolare quelli che causano comuni infezioni da raffreddore.
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