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Covid-19, l’obesità è un fattore di rischio rilevante, secondo alcuni studi

La World Obesity Foundation ha pubblicato un nuovo studio che ha trovato un collegamento tra il Covid-19 e l’obesità come fattore di rischio dal punto di vista della mortalità. I ricercatori hanno trovato alti tassi di mortalità solo nei paesi in cui la prevalenza di persone sovrappeso supera il 50% circa della popolazione adulta. Ciò rimarca in modo ancor più netto come bisogna attivare politiche per contrastare l’obesità, un fenomeno purtroppo sempre più diffuso.

“A livello globale, alla fine del 2020, i tassi di mortalità per Covid-19 erano più di dieci volte superiori nei paesi in cui la prevalenza di sovrappeso supera il 50% degli adulti (media ponderata 66,8 decessi per 100.000 adulti) rispetto ai paesi in cui la prevalenza di sovrappeso è inferiore al 50% adulti (media ponderata di 4,5 morti per 100.000 adulti)”, ha scritto l’associazione.

 

Il legame tra Covid-19 e obesità

I ricercatori hanno affermato che la ricchezza, la capacità di segnalazione, la popolazione anziana e altri fattori di un paese non potevano spiegare il legame tra il coronavirus e l’obesità. Gli Stati Uniti hanno uno dei tassi di obesità più alti al mondo, aumentando dal 30,5% al ​​42,4% della popolazione negli ultimi 18 anni, secondo il CDC. Gli Stati Uniti hanno anche il 9° tasso di mortalità per Covid-19 più alto al mondo con 158,43 morti ogni 100.000 persone.

Il CDC rileva che l’obesità può triplicare il rischio di ospedalizzazione a causa del virus, poiché causa una funzione immunitaria compromessa e può ridurre la capacità polmonare. Ci sono alcune eccezioni ai risultati della World Obesity Foundation, poiché paesi come la Nuova Zelanda, l’Australia e alcuni stati del Golfo hanno tassi di obesità relativamente alti ma un basso tasso di mortalità da Covid-19. Ciò ovviamente deriva anche dal grado di vaccinazione e dalle politiche delle Nazioni per contrastare la pandemia.

 

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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