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Covid-19, alcuni ingegneri della NASA esplorano Marte direttamente da casa

Con lo scoppio dell’epidemia anche gli ingegneri della NASA hanno dovuto rispettare le restrizioni imposte dal Governo e lavorare in “smartworking”. Tuttavia è interessante sapere che tra i compiti che gli ingegneri devono svolgere ogni giorno c’è l’esplorazione di Marte. Ebbene si, seduti comodamente da casa i dipendenti possono pilotare il rover Curiosity Mars lontano “solo” 140 milioni di miglia di distanza dalla Terra.

Ma come funziona il loro lavoro esattamente? Business Insider ha intervistato due dipendenti NASA che lavorano al progetto Jet Propulsion Laboratory (JPL) per scoprire come riescono a eseguire i comandi e persino fare progressi scientifici mentre lavorano da casa.

 

Ricreare un paio di complessi occhiali 3D a casa

Il rover Curiosity è dotato di telecamere 3D, che utilizza per inviare immagini tridimensionali ai suoi piloti per aiutarli ad orientarsi su Marte. Solitamente il team guarda queste immagini con speciali occhiali 3D ad alta tecnologia.

Matt Gildner, supervisore di una squadra di circa 20 pianificatori che suggeriscono al rover dove andare, riferisce che le immagini 3D danno ai guidatori un’idea di quanto possa essere ripida una pendenza o quanto sabbioso potrebbe essere il terreno.

Ma gli occhiali richiedono schede grafiche per uso intensivo normalmente utilizzate nei computer da gaming e non sarebbe pratico farli funzionare a casa, quindi la NASA ha trovato una soluzione meno tecnologica.

I pianificatori Rover ora usano semplici occhiali di plastica rosso-blu, lo stesso tipo usato per guardare un film in 3D. Gildner ha riferito che gli occhiali vengono indossati per circa 10-15 minuti per tre volte al giorno così in modo da capire dove si trova il rover. “Ci aiuta davvero a fare il nostro lavoro. Non potremmo farlo senza di loro”.

Due cuffie per simulare l’ufficio della NASA

I vari team che lavorano su Curiosity sono abituati a trovarsi in grandi stanze dove possono facilmente interagire tra loro, e simulare questo tipo di comunicazione è stata una grande sfida per la NASA. “Siamo abituati a stare tutti in una stanza e avere conversazioni con tutti o solo piccoli gruppi di noi”, ha riferito Gildner. La soluzione optata è stata dunque per due cuffie dotate di microfono.

“Quello che abbiamo fatto è in realtà impostare più teleconferenze tutte in una volta. Avrò una cuffia con il mio team di driver in un orecchio. Nell’altro orecchio ho invece l’altra cuffia con il gruppo delle squadre più grandi. Posso passare ascoltare e parlare con entrambi i gruppi contemporaneamente e devo farlo per circa otto ore al giorno”, ha riferito.

“Ti stanca di più, devi concentrarti maggiormente. Ma in realtà questa soluzione funziona molto bene e siamo in grado di imitare quello che faremmo se fossimo tutti in ufficio”, ha aggiunto.

Indossare gli occhiali 3D e le due cuffie è ciò che Gildner chiama il suo look da “super nerd”. “Devi indossare entrambe le cuffie contemporaneamente, questa è vera la chiave dell’intero look”, ha detto Gildner.

Una missione di successo

Il 20 marzo è stato computo un altro passo in avanti nell’esplorazione di Marte. Grazie ai comandi inviati in remoto al rover Curiosity è stato perforato un campione di roccia in una posizione chiamata “Edimburgo”. Al momento è in svolgimento un’altra missione di ricerca con l’obiettivo di trovare altre rocce da analizzare. In totale, il robot ha percorso 166 metri da quando gli ingegneri della NASA hanno iniziato il loro lavoro da casa.

Per Gildner, pilotare il rover ha assunto un significato speciale durante il lockdown. “La cosa più bella di questo lavoro è che ogni giorno guidiamo verso un nuovo posto e guardo immagini che nessun essere umano ha mai visto prima”, ha riferito.

“Siamo tutti in grado di fuggire su Marte per alcune ore ogni settimana”, ha aggiunto, sottolineando che anche le foto di Curiosity sono caricate per essere visualizzate dal pubblico, nel caso in cui qualcun altro abbia voglia di rifugiarsi su Marte e scappare almeno temporaneamente dalla difficile situazione in cui ci troviamo.

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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