Il continuo e rapido rialzo dei contagi da coronavirus in Italia si sta facendo sempre più preoccupante, tanto da aver indotto a prendere misure drastiche e da aver suggerito l’adozione di ulteriori provvedimenti restrittivi qualora si rendessero necessari, ossia nel caso in cui la curva non invertisse la tendenza. Ieri è stato registrato il nuovo record assoluto di contagi nel nostro Paese: secondo il bollettino del Ministero della Salute, in 24 ore si sono avuti 8.804 casi; nello stesso lasso di tempo il numero dei decessi è raddoppiato passando da 43 a 83. Quasi 163.000 i tamponi effettuati. Oggi il Veneto registra 704 positivi e 7 vittime.
A parte la già citata situazione del Veneto, sono diverse le regioni italiane in cui i numeri dipingono una realtà critica. Nello specifico, ben 16 Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano presentano un valore dell’indice di trasmissibilità Rt pericolosamente superiore a 1, mentre nella sola città di Milano questo valore ha ormai superato quota 2.
Alla luce di tali allarmanti dati, si comprende come Governo e Regioni stiano riflettendo sulla possibilità di adottare norme più severe che aiutino a contenere la diffusione del Covid-19. Oltre alle disposizioni già impartite con il nuovo DPCM emanato da Conte, alcune Regioni hanno già intrapreso azioni in tal senso. In Campania, ad esempio, il governatore De Luca ha disposto la chiusura immediata di scuole e università da oggi al 30 ottobre e il blocco di feste e celebrazioni, alle quali potranno partecipare soltanto i parenti.
A livello nazionale, sebbene il Presidente del Consiglio abbia ripetutamente affermato di voler evitare a tutti i costi un nuovo lockdown, sono allo studio misure quali la chiusura anticipata alle 22 delle attività commerciali (principalmente bar e ristoranti). Dal canto suo Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute per l’emergenza Covid-19, lancia una proposta ben precisa: chiusure mirate nelle Regioni che presentino un eccessivo rialzo dei contagi, indice di un’alta circolazione del virus, che consentano di svolgere le attività produttive e scolastiche; nelle aree con indice di contagio superiore a 1, chiusura di punti di ritrovo come palestre, circoli e qualsiasi attività commerciale non essenziale; infine, lo smart working dovrebbe diventare prassi normale in tutta Italia. Occorre poi incrementare la sicurezza sui mezzi pubblici e potenziare le corse in modo da diminuire l’affollamento.
Ph. credits: Foto di Syaibatul Hamdi da Pixabay
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