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Covid-19: analizzato un sintomo grave e persistente della malattia

Per fortuna, la malattia causata da questo coronavirus non è mortale ad alti livelli, perlomeno in comparazione ad altre pandemie, ma questo non vuol dire che vada sottovalutata. Come abbiamo visto in questi mesi, soprattutto per via delle testimonianze dirette, guarire dal Covid-19 non è una costa immediata e neanche scontata.

Una persone può anche uscire dal pericolo e non essere più contagiosa e al tempo stesso continuare a presentare sintomi strani. Il motivo è che il virus danneggia molti organi, non solo i polmoni. Tra i tanti sintomi duraturi che sono stati visti, ce n’è uno particolarmente grave che è stato analizzato da un nuovo studio.

 

Covid-19: il danno cerebrale della malattia

Il sintomo in questione riguarda il deterioramento cognitivo che può perdurare per diversi mesi. Lo studio si è basato su 84.000 persone ed è il primo che cerca di approfondire e capire in che misura tale funzione cerebrale viene intaccata. Un altro studio aveva evidenziato come molti pazienti avevano presentato l’encefalopatia, un termine che sta a indicare diversi problemi come confusione, perdita di memoria, problemi di concentrazione e anche cambi della personalità.

Il risultato dello studio si può riassumere con le parole degli autori: “Le persone a cui è stato diagnosticato il Covid-19 hanno prestazioni peggiori nei test cognitivi in ​​più domini di quanto ci si aspetterebbe, data la loro età dettagliata e i profili demografici”. Secondo i loro dati, è come se il cervello dei colpiti invecchi di 10 anni con un calo del QI massimo di 8,5 punti; i più interessati erano i pazienti che hanno sviluppato i sintomi più gravi. Al  momento bisogna capire quanto questo effetto risulta essere temporaneo e in che misura.

Giacomo Ampollini

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