Nonostante la grave situazione che sta affliggendo tutti, alcuni più di altri, c’è chi continua a pensare che il virus non esista. Le teorie del complotto in merito ormai sono molte, ma la più gettonata è che il SARS-CoV-2 non sia reale è che le misure fin qui attuate siano solo un modo per controllare la massa. Tra i molti che ci credono, sono diversi i casi di chi si è ammalato di Covid-19 e poi si è ricreduto.
Facile parlare a vanvera, ma una volta che si entra in contatto con il virus, ma soprattutto con la malattia, tutto cambia. Sono molti gli esempi in merito, anche famosi, di persone che dopo essersi ammalati hanno cambiato atteggiamento. Tra i tanti c’è un caso particolare, quello di uomo di 62 anni statunitense.
L’uomo in questione non credeva al virus e al tempo stesso affermava che la malattia non era più grave dell’influenza; c’è già un controsenso, ma è tipico dei complottari. Basandosi su queste sue credenze, non si è mai preoccupato di indossare la mascherina o seguire le altre indicazioni. Verso pasqua l’uomo ha però iniziato a mostrare sintomi gravi e nel giro di quattro giorni è finito sotto ventilazione artificiale.
L’uomo, Arthur Sanchez, è rimasto in questa condizione per quasi cinque mesi. Verso i quattro mesi i medici avevano già capito che la situazione era troppo grave e che i polmoni non si sarebbero mai ripresi. Per questo motivo è stato spostato di struttura ricevendo un doppio trapianto che gli ha cambiato la vita.
Ovviamente, visto l’esperienza, l’atteggiamento dell’uomo è molto cambiato. Detto questo, rimane il fatto che i polmoni del donatore sono andati a un paziente Covid-19 che se avesse rispettato le linee guida, forse, avrebbe potuto evitare tutto questo. In sostanza, rispettare poche e semplici regole potrebbe cambiare totalmente la vita di più di una persona.
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