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Covid-19: la variante inglese non sembra causare una malattia più grave

Da quando si è scoperta dell’esistenza della variante inglese del coronavirus, un nuovo ceppo del SARS-CoV-2, sono state fatte molte domande. Una di queste riguarda il possibile rischio della comparsa di casi di Covid-19 più gravi. Secondo un nuovo studio condotto della Public Health England, non ci sarebbe questo rischio.

Quello che si è scoperto fin da subito è che questa nuova variante è più contagiosa di quelle che circolavano finora, si parla di un 70% in più. Per capire se però questa poteva far nascere casi più gravi della malattia si è dovuto aspettare. Lo studio in questione risulta in realtà abbastanza piccolo, ma è una buona base di partenza.

Confrontando 1.769 persone che hanno contratto la variante B.1.1.7 con altre 1.769 con il ceppo comune si è visto che non ci sono cambiamenti particolari e anche la mortalità è la stessa. Questa è ovviamente una buona notizia, ma un virus più contagioso vuol dire comunque più casi, quindi più malati e più morti.

 

Covid-19: la variante inglese

I risultati sono abbastanza simili. Dei due gruppi, sono stati rispettivamente 16 e 26 le persone che sono state ospedalizzate a causa dell’infezione. Di queste ne sono morte 12 e 10. La differenza è quasi nulla, ma c’è. Si può dire quindi che il ceppo non sia più grave, ma per poter fornire dati più precisi serve analizzare un gruppo molto più grande. Un ultimo dato chiave riguarda i casi di reinfezione. Nel primo gruppo se ne sono verificati 2 mentre nel secondo 3. Resta da scoprire l’efficacia dei vaccini, la quale però non sembra essere in discussione.

Ph. credit: Archyde

Giacomo Ampollini

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