Nella Groenlandia nordoccidentale si torva un gigantesco cratere da impatto, largo più di 30 chilometri è più grande di circa il 90% di tutti i crateri da impatto conosciuti sulla terra. È stato scoperto soltanto sette anni fa e presentato in uno studio nel 2018 e oggi, grazie ad una nuova ricerca si ritiene che sia molto più antico di quanto ipotizzato inizialmente. Questo gigantesco cratere infatti risale a circa 58 milioni di anni fa.
Per giungere a questa conclusione, un team internazionale di ricercatori del Museo di storia naturale della Danimarca, del GLOBE Institute dell’Università di Copenaghen e del Museo svedese di storia naturale di Stoccolma, ha proceduto con la datazione della sabbia e delle rocce associate all’evento di impatto. Un’impresa davvero titanica, che ha richiesto notevoli sforzi, dato che il cratere da impatto è sepolto sotto il ghiacciaio Hiawatha, spesso 1.000 metri, e questo rende molto difficile la ricerca.
Come afferma Nicolaj Larsen, geoscienziato dell’Università di Copenaghen e coautore del nuovo studio, il team è rimasto davvero sorpreso nello scoprire che l’evento d’impatto ebbe luogo ben 58 milioni di anni fa dato che in passato “tutte le prove circostanziali che avevamo finora suggerivano che il cratere fosse molto più giovane e che risalisse ad un periodo in cui esisteva la calotta glaciale della Groenlandia”.
Inizialmente infatti si era stimato che il cratere avesse un’età compresa tra 3 milioni e 1.200 anni. Questo scenario sarebbe stato davvero allettante per i ricercatori, poiché un impatto avvenuto durante il tardo Pleistocene suggeriva che gli esseri umani fossero stati testimoni dell’evento. Inoltre questa datazione avrebbe potuto mettere in relazione l’evento d’impatto con un periodo chiamato, Younger Dryas, una fase di raffreddamento iniziata circa 12.900 anni fa.
Ma probabilmente nulla di ciò avvenne, dato che secondo la nuova datazione, il cratere sembra essere molto più antico. Ai ricercatori dunque, rimane ancora da scoprire quali furono le conseguenze di questo catastrofico impatto, così potente da lasciare un cratere di 31 km.
Al momento dell’impatto dunque, la Groenlandia era molto diversa da come la vediamo oggi. La sua superficie infatti era ricoperta da una foresta pluviale temperata e un’ecologia diversificata e la sua calotta di ghiaccio si è formata solo tra 2 e 3 milioni di anni fa. Quindi molto tempo dopo che l’asteroide ricco di ferro si è schiantato in quella che oggi è la Groenlandia nord-occidentale.
Con il passare del tempo e la formazione della calotta glaciale, il cratere è stato sepolto dal ghiaccio, che lo ha nascosto agli occhi dell’uomo e della scienza sino a quando non fu scoperto per caso nel 2015.
In quel periodo Larsen stava eseguendo delle ricerche sulle mappe della Groenlandia, e fu allora che notò una particolare caratteristica circolare nel substrato roccioso sotto il ghiacciaio Hiawatha. Per cercare di acquisire ulteriori informazioni, eseguì dei rilievi con radar a penetrazione del suolo per oltrepassare lo spesso strato di ghiaccio. Riuscì così a confermare la presenza della struttura dell’impatto, portando alla scoperta di uno tra i 25 più grandi crateri provocati da asteroidi sulla Terra.
Per procedere alla nuova datazione, il team di ricercatori ha raccolto dei campioni dal fondo del cratere, affrontando i 304 metri di ghiaccio accumulati sopra di esso. Il team di ricerca ha dunque studiato le aree periferiche del cratere in tre diverse stagioni, cercando di recuperare materiale per la datazione. In particolare hanno cercato di individuare le rocce da impatto sparse nei detriti glaciali, oltre la calotta.
Come afferma Larsen, “non è stato un compito facile, dato che il lavoro sul campo nella remota Groenlandia settentrionale è difficile ed estremamente costoso”. Ma alla fine il team di ricerca è riuscito a raccogliere ed analizzare della sabbia parzialmente fusa e alcuni cristalli di zircone, trasportati dal cratere verso valle dall’acqua di disgelo.
I granelli di sabbia sono stati analizzati al NHM in Danimarca, dove gli scienziati hanno utilizzato un laser per riscaldare fino a quando non hanno rilasciato gas argon. Lo zircone invece è stato analizzato da un team del MNH svedese che ha utilizzato la datazione uranio-piombo. Entrambe le analisi nei due diversi laboratori, hanno dato lo stesso risultato, confermando dunque la nuova stima dell’età dell’impatto.
Lo studio di questa area e del cratere non è però giunto al termine. I ricercatori infatti dovranno ora stabilire quali siano state le conseguenze per il nostro Pianeta, dell’impatto di un asteroide che probabilmente aveva 1 chilometro di diametro e che si è schiantato sulla Terra circa 8 milioni di anni dopo l’evento che ha portato all‘estinzione dei dinosauri.
Ph. Credit: “A Late Paleocene age for Greenland’s Hiawatha impact structure”; GAVIN G. KENNY, WILLIAM R. HYDE, MICHAEL STOREY, ADAM A. GARDE, MARTIN J. WHITEHOUSE, PIERRE BECK, LEIF JOHANSSON, ANNE SOFIE SØNDERGAARD, ANDERS A. BJØRK, JOSEPH A. MACGREGOR, SHFAQAT A. KHAN, BRANDON C. JOHNSON, ELIZABETH A. SILBER, DANIEL K. P. WIELANDT, KURT H. KJÆR and NICOLAJ K. LARSEN, Nature Advances, DOI: 10.1126/sciadv.abm2434.
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