Le cubomeduse sono tra le più velenose e pericolose tra gli cnidari. In particolare ve ne è una la Chironex fleckeri, più nota come vespa di mare, descritta come “La medusa più velenosa del mondo”. Anche solo sfiorandone i tentacoli si attiva il rilascio delle nematocisti e la sua dolorosa puntura può provocare infiammazione, necrosi, anomalie nella pressione sanguigna e problemi cardiaci, arrivando anche ad essere mortale. Questa pericolosa cubomedusa è diffusa nella fascia costiera dei mari del nord dell’Australia e del Sudest asiatico.
La vespa di mare è una medusa relativamente grande, resa pericolosa dalle migliaia di nematocisti che ricoprono i suoi lunghi ed eterei, quanto letali, tentacoli. Una di queste cubomeduse adulta possiede quattro ammassi da 15 tentacoli, per un totale di 60 tentacoli, che possono arrivare, in estensione durante la caccia, ad una lunghezza di 3 m. Quando invece le meduse sono in fase di nuoto i tentacoli sono ritratti e misurano circa 15 cm.
Le migliaia di nematocisti che li ricoprono, si attivano sia con la pressione che con un meccanismo chimico. Una volta attivati scoprono i loro uncini velenosi: una singola medusa contiene una quantità di veleno sufficiente per uccidere circa 60 essere umani. In ogni caso il suo veleno è talmente forte da avere il 50% di probabilità di uccidere un essere umano. Si tratta infatti di uno degli animali più pericolosi dei mari australiani ed è la causa di almeno 67 morti dal 1883.
Il contatto della pelle con i tentacoli è dolorosissimo, produce una sensazione di calore intenso ed è stata paragonata alla marchiatura a fuoco. Quando il veleno entra in circolo causa spasmi intensi, paralisi respiratoria ed infine arresto cardiaco nel giro di pochi minuti. Nella maggior parte dei casi di contatto con le cubomeduse, non si hanno comunque effetti letali, in quanto in genere interessano una superficie ridotta.
Fino ad ora l’unica sostanza in grado di inattivare il veleno delle cubomeduse è l’aceto (o comunque acido acetico al 5%). Affinché sia efficace, l’aceto va tenuto a contatto con la parte colpita e rinnovato spesso.
Ma secondo una nuova ricerca condotta dagli scienziati dell’Università di Sydney, sembra che sia stato scoperto un antidoto, efficace e definitivo, per il veleno di questa medusa. La scoperta è avvenuta casualmente mentre gli studiosi eseguivano delle ricerche sul veleno delle cubomeduse. Sembra che l’antidoto molecolare sia in grado di bloccare i sintomi provocati dalla puntura delle cubomeduse se applicato entro 15 minuti dal contatto con i tentacoli della vespa di mare.
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