Ogni tanto ci dimentichiamo che su Marte è presente il rover Curiosity che continua a girare lentamente sulla superficie in cerca di qualcosa di nuovo. Recentemente è riuscito nell’intento ovvero imbattersi in una novità rilevante. Lo spettrometro del piccolo, neanche troppo, mezzo autonomo ha riscontrato una grosso giacimento di metano. È stato registrato un piccolo di valore che superava le 21 parti per miliardo di volume, o ppbv; la media del pianeta rosso è di 10 ppbv quindi si può dire che è una quantità tanto più alta.
Il luogo del ritrovamento non poteva che essere il cratere Gale ovvero la regione in cui il rover è atterrato nel 2012 e che sta esplorando da allora. La scoperta in sé è importante perché il metano può essere prodotto da organismi viventi e una percentuale di concentrazione del genere può indicare qualcosa, per l’appunto; ovviamente non è l’unica fonte, ma almeno c’è una speranza.
Questo elemento è uno dei tanti misteri del pianeta. Nel corso degli anni è stato rivelato più volte, sia con i lander che rover, ma anche con i satelliti. Il Metano sembra comparire e sparire nel giro di poco e a volte sembra che siano delle vere e proprie tempeste. Come detto questo rilevamento va approfondito anche perché se incrociamo i dati con la Terra, tale concentrazione non è niente di eclatante. Sul nostro pianeta, nell’atmosfera, la concentrazione è di circa 1.800 ppbv, la maggior parte è dovuta agli organismi viventi, ma anche quelli deceduti; è tra i peggiori gas serra quindi non c’è molto di cui festeggiare
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