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Curiosity e Marte: nuove scoperte in merito alla gravità del pianeta rosso

Curiosity è arrivato su Marte con diversi obiettivi tra cui lo studio del suolo del pianeta, ma nel corso degli anni ci sono stati dei cambiamenti in merito. Mentre la missione andava avanti i ricercatori hanno ricalibrato la strumentazione finendo per catturare nuovi dati che non si stavano cercando. I cambiamenti sono avvenuti durante la scalata del monte Sharp, una montagna alta cinque chilometri.

Ecco una dichiarazione di Kevin Lewis, autore dello studio in merito alle nuove informazioni rilasciate dalla NASA: “Curiosity, in sostanza, ha un nuovo strumento scientifico, sei anni e mezzo nella sua missione. Questo ci permette di ottenere nuove informazioni sul sottosuolo di Marte in modi che il rover non è mai stato progettato per fare“. Oltre all’ente spaziale statunitense i dati vennero analizzati anche l’Università John Hopkins, l’Istituto Carnegie, l’Università Arizona State e quella del Maryland.

 

Una scalata lunga degli anni

Il rover, la cui potenza deriva da un motore nucleare, ha dalla sua diversi accelerometri particolarmente sensibili ai cambiamenti che grazie a questo aspetto sono stati in grado di venir convertiti per registrare la gravità di Marte. Questo aspetto è avvenuto durate la scalata del sopracitato monte il quale è situato al centro del cratere di Gale. Durante il passaggio del rover è stata registrata la pressione sul suolo sottostante attraverso le ruote del mezzo. Il risultato è stato che il realtà la roccia è più porosa di quanto pensato finora.

La bassa densità di rocce nel cratere suggerisce che non sono stati sottoposti a sepoltura profonda. Questo potrebbe significare che il monte Sharp non è stato scavato dall’erosione, ma piuttosto è stato costruito dalla deposizione del vento e da altri processi. In ogni modo, sembra che Marte abbia avuto la capacità di deporre una quantità significativa di rocce sedimentarie a bassa densità che registrano un complesso storia ambientale” queste le parole di Nicholas Schmerr, coautore di Lewis.

Giacomo Ampollini

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