Il 7 Gennaio del 1839, lo studioso Francois Arago, presentò il lavoro di Louis Daguerre all’Accademia Francese di Scienze, segnando così uno degli importanti compleanni della fotografia, da allora sono passati ieri 180 anni.
L’ufficializzazione del dagherrotipo, non è l’unico compleanno della fotografia da ricordare. Nella prima metà dell’Ottocento, molti sono stati i passaggi importanti per lo sviluppo della tecnica fotografica. Era infatti il 1827 quando Joseph Nicéphore Niépce, scattò, dopo un giorno di esposizione, la sua famosa foto dei tetti di Le Gras, considerata come la prima fotografia. Il 1841, invece segna il passaggio al negativo di carta e non più di metallo, opera dell’inglese William Fox Talbot. Questo fu poi sostituito nel 1871 dal rullino, migliorato e perfezionato negli anni successivi, fino ad arrivare alla prima pellicola di celluloide nel 1891.
Si festeggia quindi, dopo 180 anni , l’inizio della storia della fotografia e del dagherrotipo, nell’era della nuova rivoluzione fotografica: quella digitale e computazionale.
Gli smartphone di ultima generazione infatti, con le loro ottiche multiple, integrate con un sensore unico, scattano varie foto contemporaneamente. In questo modo si possono fondere piani diversi prendendo elementi tra le varie foto, ottenendo come risultato la somma degli elementi migliori di tutte le immagini. Ed è così che si lanciano sul mercato, smartphone con 2, 3, 4 obiettivi, con il coinvolgimento di grandi case, come la Leica, uno dei pilastri della storia della fotografia.
In 180 anni quindi, lunga è la strada che ha percorso la storia della fotografia. Ha condotto la cattura dell’immagine dalle lastre di metallo al sensore digitale, sempre più piccolo, dei moderni smartphone.
Rimane comunque da aggiungere che, tecnologia a parte, a fare la foto è sempre l’occhio e la sensibilità di chi scatta. Certo oggi è tutto molto più facile e alla portata di chiunque. Qualsiasi persona può facilmente improvvisarsi fotografo al giorno d’oggi, dato che molti sono gli apparecchi, anche economici in grado di scattare.
Ma che si sia trattato delle lunghe esposizioni di ore dei dagherrotipi, delle prime pellicole 35mm, dei primi sensori digitali o delle multi-fotocamere dei cellulari, quello che crea l’immagine è sempre per primo l’occhio e la mente del fotografo.
Non basterà uno smartphone di ultima generazione od una recente fotocamera con qualità eccellenti, per farci diventare all’improvviso Capa o Salgado. Sarà piuttosto la nostra storia, il nostro occhio, la nostra personalità e sopratutto la nostra voglia di raccontare e trasmettere emozioni a farci onorare i 180 anni di storia di questa meravigliosa arte, creando l’immagine per noi perfetta.
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