Il 20 aprile 2010, l’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon al largo della costa della Louisiana uccise 11 operai. Per ben 87 giorni, il mondo dovette assistere impotente alla fuoriuscita del petrolio della BP nel Golfo del Messico, che provocò la morte di milioni di animali marini. Ancora oggi, a oltre un decennio di distanza, i delfini che sopravvissero a uno dei peggiori disastri ambientali di sempre sembrano ancora subirne le conseguenze.
Confrontando le popolazioni di tursiopi comuni (Tursiops truncatus) della baia di Barataria (Louisiana) che vivono nella zona interessata con le popolazioni della baia di Sarasota (Florida), che non hanno subito un simile inquinamento, i ricercatori hanno scoperto che esistono ancora preoccupanti differenze nello stato di salute di entrambe. Alcuni studi precedenti avevano rivelato l’impatto a breve termine della fuoriuscita di petrolio sui delfini della baia di Barataria, tra cui un funzionamento anomalo delle ghiandole surrenali, lo sviluppo di malattie polmonari, un’alterazione della riproduzione, l’insorgenza di problemi al sistema immunitario e una minore sopravvivenza; soltanto il 19% dei piccoli di delfino nati nella zona è sopravvissuto.
Nel 2018 il dr. Sylvain De Guise, veterinario della University of Connecticut, e i suoi colleghi hanno analizzato campioni di tessuto prelevati da 34 delfini della baia di Barataria, riscontrando alterazioni del sistema immunitario simili a quelle presenti nella popolazione nel 2011. Gli scienziati hanno poi eseguito test di laboratorio su cellule di delfini e topi per confermare se l’esposizione al petrolio può scatenare queste condizioni.
Il dr. De Guise spiega che il parallelo tra i risultati nei delfini esposti alla fuoriuscita della Deepwater Horizon e i topi di laboratorio esposti sperimentalmente al petrolio è impressionante e ha effettivamente contribuito a costituire la prova della correlazione tra l’esposizione al petrolio e gli effetti specifici sul sistema immunitario. Sia i topi esposti al petrolio che i delfini presentavano un aumento della proliferazione dei linfociti T (globuli bianchi) e una quantità maggiore di cellule che sopprimono il sistema immunitario (cellule T regolatrici). Queste cellule di solito prevengono le malattie autoimmuni.
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