Sicuramente una delle tante paure che associamo all’invecchiare c’è il rischio di sviluppare forma di demenza. Con l’avanzare dell’età anche il cervello diventa meno elastico, ma in alcuni casi c’è una vera e propria patologia dietro che rende si manifesta pian piano. Difficile prevedere se una persona andrà incontro a questa condizione, ma ci sarebbe un test del sangue che potrebbe riuscirci andando ad analizzare un biomarcatore ben specifico.
Nello specifico si chiama GFAP, una proteina presente tipicamente per supportare le funzioni neuronali e la cui presenza nel circolo sanguigno non è un buon segno. Il motivo per cui la presenza della suddetta del sangue potrebbe essere collegato a un maggior rischio di demenza è che la fuoriuscita sia dovuta a un malfunzionamento della barriera ematoencefalica.
Le parole del neurologo Yu Guo dell’università di Fudan: “Questi risultati sono pronti a produrre implicazioni significative per lo screening di persone ad alto rischio di demenza e per un intervento precoce. Gli individui con livelli di GFAP più elevati avevano 2,32 volte più probabilità di sviluppare demenza. La combinazione del GFAP con gli indicatori demografici di base ha consentito di ottenere una previsione auspicabile per la demenza, anche più di 10 anni prima della diagnosi.”
Questo test del sangue in realtà non garantisce una risposta valida al 100%, ma grazie all’utilizzo di altri dati sull’individuo, come fattori di rischio legati alla storia clinica della persona e della famiglia, questo esame del sangue può di fatto aiutare a capire se si può andare incontro a una diagnosi di demenza.
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