Definire qualcosa di vivente non si limita soltanto ai concetti più ovvi, come le piante per esempio. Anche i paesaggi possono in un certo senso vivere, come il deserto le cui dune di sabbia possono essere viste come degli organismi a se stanti. Dopo una lunga serie di ricerche si è scoperto che di fatto proprio quest’ultime assorbano e rilasciano vapore acqueo, una sorta di respiro.
Per arrivare a questo punto i ricercatori hanno dovuto aspettare l’arrivo di una sonda che ha impiegato anni per la progettazione e la creazione. La sonda in sé è stata sepolta direttamente in una delle dune registrando i vari cambi nell’arco di due giorni. Con questa tecnologia sono riusciti ad osservare come il cambio di umidità porta alla nascita uno scambio tra l’aria e la sabbia del deserto.
Si tratta di una scoperta apparentemente poco utile, ma i cambiamenti climatici stanno di fatto cambiando molti scenari. Il deserto non diventerà soltanto qualcosa di lontano. Capire come sfruttare a proprio vantaggio uno scenario che normalmente offre pochi spunti può aiutare per il futuro.
Le parole di uno dei responsabili dietro questa ricerca: “Il vento scorre sulla duna e di conseguenza crea squilibri nella pressione locale, che costringe letteralmente l’aria a entrare nella sabbia e fuori dalla sabbia. Quindi la sabbia respira, come respira un organismo. Questa è la prima volta che è possibile misurare livelli di umidità così bassi. Il futuro della Terra, se continuiamo in questo modo, è un deserto.”
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