In termini di biologia marina, esiste un punto nell’Oceano Pacifico noto come deserto oceanico. Questo perché finora si è pensato che la vita in quel luogo era pressoché zero tanto che era conosciuto solo come una discarica di satelliti; esatto, la maggior parte dei satelliti viene programmata per schiantarsi in questo punto della Terra in quando è il punto più isolato del mondo e non c’è rischio di fare danni a cose e persone. Per l’esattezza si trova nel cuore del Gyre del Pacifico meridionale il cui punto al centro è noto come Point Nemo.
Il motivo per cui questo luogo è considerato quasi privo di vita biologica dipende da diversi fattori. Uno è l’enorme distanza con qualsiasi pezzo di terra, questo indica l’assenza di molte sostanze nutritive, un altro dipende dalle correnti vorticose che isolano tale luogo dal resto dell’oceano e infine gli alti livelli di raggi UV che assorbe l’acqua, un altro fattore però è il fatto che risulta difficile studiare tale zona.
Studiare il deserto è una sfida, ma alcuni ricercatori che fanno parte di un team internazionale ci sono riusciti. Con una spedizione della durata di sei settimana a bordo di una nave da ricerca tedesca, tale gruppo è riuscito a campionare le popolazioni microbiche delle acque remote. Il campionamento non è stato fatto solo in superficie, ma grazie a tecniche particolari sono riusciti anche ad campionare l’acqua fino a 5000 metri di profondità.
Ci vive qualcuno in queste acque? Si, più che altro microbi. Per noi questo può voler dire poco e niente, ma per gli scienziati è una scoperta importante. Ecco una dichiarazione di Greta Reintjes: “Questo indica un interessante potenziale adattamento alle acque ultraoligotrofiche, cioè a bassa produttività biologica, e all’elevata irradiazione solare. È sicuramente qualcosa su cui indagheremo ulteriormente.“
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