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Donna sopravvive all’infezione da “Gamba Nera” contratta durante il giardinaggio

Nel mondo della medicina, ogni tanto si assiste a risultati straordinari che superano le aspettative più rosee. Questo è il caso di una donna coraggiosa che è diventata la prima persona a sopravvivere all’infezione causata dal batterio mortale noto come “gamba nera. Ciò che rende questa storia ancora più incredibile è il fatto che la donna ha contratto questa temibile infezione mentre praticava il giardinaggio a mani nude. Il suo caso ha catturato l’attenzione della comunità medica mondiale e aperto nuove prospettive nella lotta contro questa pericolosa patologia.

Dopo aver sistemato il suo giardino la donna ha accusato nausea e vomito per tre giorni, oltre a un dolore all’addome inferiore destro che è progressivamente peggiorato. In ospedale gli esami del sangue hanno mostrato che i suoi reni e il fegato stavano collassando e aveva un accumulo di acido lattico nel sangue. Sebbene non vi fossero segni di infiammazione o infezione quando i medici hanno eseguito una tomografia computerizzata (TC) del suo addome, le hanno prescritto antibiotici come precauzione.

 

Gamba nera, una donna sopravvive a questa rara infezione

Il batterio responsabile della “gamba nera”, è una minaccia grave per la salute umana. Spesso associato a ambienti acquatici contaminati, questo microorganismo può causare una forma estremamente aggressiva di infezione che può portare a una necrosi dei tessuti, richiedendo spesso l’amputazione dell’arto infetto per prevenire la diffusione del batterio nel resto del corpo. I medici hanno rapidamente identificato il batterio nel suo sistema e hanno iniziato un trattamento aggressivo. Questi batteri normalmente vivono nel terreno sotto forma di spore che, se ingerite o inalate, entrano nel flusso sanguigno e viaggiano fino al tessuto muscolare. Quando i livelli di ossigeno nei muscoli diminuiscono, ad esempio durante l’esercizio, le spore germinano e producono tossine, comprese quelle che distruggono le cellule del sangue e gli enzimi che distruggono il DNA.

Grazie alla tempestività dell’intervento medico e alla determinazione della paziente, è stato possibile salvarla. Il team medico ha utilizzato una combinazione di antibiotici specifici e terapie avanzate per stimolare la rigenerazione dei tessuti danneggiati. Questo caso ha dimostrato che, nonostante la devastante potenza del batterio, con la giusta cura e attenzione, è possibile sconfiggerlo. Con questo trattamento, i suoi reni e il suo fegato hanno ripreso a funzionare e i suoi livelli di acido lattico sono scesi abbastanza da consentirle di essere dimessa dall’ospedale. La sopravvivenza di questa donna rappresenta un importante passo avanti nella ricerca sul trattamento dell’infezione di questo batterio. I risultati ottenuti in questo caso potrebbero aprire nuove vie per lo sviluppo di terapie più efficaci e consentire un trattamento più mirato per i pazienti colpiti da questa temibile infezione.

La storia di questa donna coraggiosa è un monito per tutti noi sull’importanza di prendere precauzioni durante le attività all’aperto, specialmente quando si tratta di lavori a contatto con ambienti potenzialmente pericolosi. Inoltre, ci ricorda quanto sia fondamentale la ricerca scientifica nel trovare soluzioni per le sfide mediche più complesse. Il suo caso rimarrà un faro di speranza per coloro che affrontano questa terribile patologia e un incentivo per la comunità medica a continuare nella ricerca di soluzioni sempre più efficaci.

Foto di AC works Co., Ltd. da Pixabay

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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