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A una donna è stata diagnosticata una malattia nuova: la sindrome urinaria dell’autoproduzione di birra

Nelle scorse settimana a una donna di 61 anni negli Stati Uniti è successo un po’ di tutto. La donna in questione ha il diabete e la cirrosi epatica, due condizioni mediche pesanti tanto che era in lista per un trapianto di fegato. Il trapianto gli è stato negato però. Alcune analisi nelle urine avevano individuato la presenza di alcool.

L’uso di certe sostanze negli Stati Uniti è vietato quando si è in lista per un trapianto di un organo, perché viene sostanzialmente visto come uno spreco. Detto questo, la donna si è subito difesa dicendo che non era vero, ma di fronte a certe evidenze c’è poco da fare. Il risultato è stato che è stata sottoposta a un trattamento per l’abuso di alcool.

Durante questo trattamento però, i medici hanno scoperto altro. Anche senza l’assunzione di bevanda di natura alcolica, nelle urine della donna continuavano a trovare tracce di tali sostanzi. Sono scatti altri esami.

 

La donna che urina alcool

Le analisi fatte hanno dimostrato che la donna aveva lievito nelle urine. La presenza di elevati tassi di zucchero dovuto al diabete in combinazione con il lievito hanno causato la produzione di alcool. In realtà non si tratta di una condizione del tutto nuovo eppure la donna in questione è stata la prima al mondo a venir diagnostica con la sindrome urinaria dell’autoproduzione di birra.

La malattia che già esisteva era la sindrome dell’autoproduzione di birra, nota anche come sindrome della fermentazione intestinale. Chi è affatto da quest’ultima produce alcool che però viene assorbito dal sangue tanto che le persone in questione presentano gli effetti della sostanza. La donna no, presentava l’alcool solo nelle urine, da qui l’aggiunta di “urinaria” a sindrome.

È bastato segnalare questo primo caso ufficialmente che il medico autore del rapporto finale, Fahad Malik, ha iniziato a ricevere persone che sostenevano di avere tale sindrome. Se è vero, forniranno sicuramente ottimo materiale di studio.

Giacomo Ampollini

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